L’Enogastronomia Antonio Baggio, la boutique del gusto icona del Golosario

Se avete sentito parlar di Bassano solo nella celebre canzone degli alpini che cantano il ponte dove si dan la mano, vi siete persi qualcosa di speciale. Bassano del Grappa è uno dei paesi più felici e accoglienti del nostro girovagare, e sta ai piedi dei mitici altipiani di Asiago: quadro natalizio per antonomasia. Qui abita il nostro amico Gianni Rigoni Stern, artefice della “transumanza della pace” in Bosnia, ma anche i malgari che producono delle speciali forme di Asiago. Quando arriviamo a Bassano, tuttavia, abbiamo i nostri punti di riferimento: l’hotel Alla Corte (contrà Corte Sant’Eusebio, 54 – tel. 0424502114) di Roberto Astuni, accogliente come una casa, col Brenta da andare a sentir rumoreggiare dopo una breve passeggiata fra prati e boschi di fronte.

Ti giri e c’è una corona di montagne: solo per questo ti senti felice. Vicino a lui c’è la pizzeria Ottocento di Riccardo Antoniolo (contrà San Giorgio, 2 – tel. 0424 503510), che a miei occhi rappresenta l’esasperazione della qualità a tutti i livelli. È uno di quei posti che meritano il viaggio, anche solo per cogliere il genio delle sue sperimentazioni sulle materie prime.

Ma il viaggio a Bassano io lo faccio per Baggio, la storica Enogastronomia Antonio Baggio (via Roma, 33 – tel. 0424522500) che sta in una delle vie del centro, fra le due piazze principali, bellissime, che fanno di questa cittadina un eterno Natale. Se poi entri in questo negozio la festa è all’ennesima potenza, fra selezione di vini, ma soprattutto di prodotti. Antonio Baggio, il papà di Sandro e la sorella Annalisa sono sempre dietro al banco, a dialogare con la sua clientela. Io credo che i figli abbiano preso da lui la simpatia, la capacità di lavorare, il racconto. Qui nulla è banale: dalla sua selezione di Asiago alla Sopressa, dalla birra alle bibite di un’azienda sconosciuta che fa ancora il sambuco. E poi il tonno di Carloforte, le paste (Martelli e Setaro sempre in pole position), le confetture delle monache trappiste di Vitorchiano, ma anche l’Amaro di San Giuseppe (straordinario), prodotto a Bassano dai gesuiti, ma scoperto dal nostro collaboratore del Golosario in Calabria, Francesco Saliceti. Sono stato con loro una buona mezz’ora e nel frattempo Sandro mi ha fatto assaggiare una decina di sue scoperte, mentre Antonio, il papà, mi raccontava dei suoi viaggi in Piemonte, da Giacomo Bologna, ad abbeverarsi di quella febbre di qualità alla quale anch’io in quegli anni attingevo. Ed entrambi conoscevamo Giorgio Onesti, il guru delle cose buone, che aveva la visione per cui i negozi degli alimentari generici non avrebbero avuto futuro se non si fossero trasformati in boutique del gusto. Ecco Baggio è stata la prima boutique del gusto concepita su quel modello di qualità totale. E oggi ha futuro se è vero che la gente arriva da fuori per fare la spesa nel suo negozio, icona del Golosario, luogo di grande umanità.

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