Cresce la spese degli Italiani per il cibo e cambiano i gusti alimentari in direzione più salutista: meno carne più pesce, frutta e verdura nel piatto.

I giornali di oggi commentano i dati Istat relativi ai consumi degli Italiani. Nel 2016 è cresciuta la spesa media mensile delle famiglie, che l’Istat stima intorno a 2.524 euro (+1% rispetto al 2015; +2,2 % rispetto al 2013), cresce anche la spesa mensile dedicata al cibo stimata a 447 euro nel 2016 (invece dei 441 del 2015), ma cambiano le preferenze negli alimenti.

A diminuire del 4,8% sono le uscite destinate alla carne, mentre aumentano del 3,1% le risorse impegnate per l’acquisto di frutta e verdura e del 9,5% quelle destinate al pesce. Meno tradizione e più cultura alimentare salutista sembrerebbe essere la regola che guida gli Italiani nei loro acquisti. La spesa alimentare appare sempre più condizionata da fattori culturali e di informazione , come dimostrato dall’aumento della forbice dei consumi tra le famiglie delle grandi città e quelle dei piccoli centri; quelle con presenza di laureati, rispetto a quelle con bassa scolarizzazione; e tra le famiglie Italiane e quelle straniere (che spendono mediamente 1000 euro in meno per nutrirsi).

Diminuisce invece il gap tra Nord e Sud Italia. In sintonia con il crescere dell’attenzione al cibo, aumentano anche le spese per la qualità della vita, in crescita il dispendio per viaggi in strutture ricettive, alberghi e ristorazione (da 122 del 2015 a 128 del 2016, +4,8%) e quelle per eventi culturali, servizi ricreativi e spettacoli (+2,9% fino a 130 euro).

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