Storia e consumi di un tipico liquore cinese

Siamo abituati a raccontare storie di produttori che guardano alla Cina come terra d’esportazione. Per la nostra cucina e per i nostri vini. Quella che invece vogliamo raccontare è una storia al contrario: quella del Moutai.

La sua origine è antica: i primi documenti che lo menzionano riportano la data del 135 a. C. Gli ingredienti per produrre questo liquore provengono unicamente dalla valle del fiume Chishui, vicino a Guizhou nella Cina meridionale, dove si trova la città di Moutai che conferisce il nome al distillato. I cereali utilizzati sono sorgo e frumento e vengono sottoposti a varie fasi di fermentazione e distillazione (fino a nove), prima di essere miscelati tra di loro.

A caratterizzare il processo di lavorazione e quindi il gusto del prodotto finito è da un lato l’acqua di sorgente della città di Moutai e dall’altro la particolare composizione chimica della terra, con la quale vengono prodotte le giare di invecchiamento in cui riposa il liquore dopo la prima lavorazione. I tempi sono lunghi: due anni di lavorazione prima di essere stoccato per l’invecchiamento, un ulteriore anno di riposo prima che il “Master Blender” inizi a miscelarlo con dei liquori più invecchiati. In totale necessita di 5 anni tra lavorazione e invecchiamento.

Particolare è anche la modalità di consumo: durante il pasto, soprattutto per fare il brindisi con gli invitati. Come per tutti i grandi distillati esistono varie riserve: da 15, 30, 50 e 80 anni. Così preziose da aver costituito il dono ufficiale dalle ambasciate cinesi presso i Paesi stranieri. Il prezzo è in linea con la sua fama: una bottiglia al Duty Free dell’aeroporto di Malpensa costa 165 euro. In Italia è distribuito da TWOEIGHTS di Provaglio d’Iseo (via Europa, 2 - Brescia).

Maggiori info su: www.twoeights.it

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