Sosta speciale in un prototipo ideale di trattoria di lusso
Ho imparato a godermi il tragitto dal Monferrato alla Liguria, passando per l’Alta Langa, evitando in toto l’autostrada, con le sue sorprese. E così, dovendo raggiungere Diano Castello, la tentazione di fermarsi a cena a Nucetto, in questo locale radioso che ha entusiasmato più di uno dei miei collaboratori (fra l’altro i più esigenti come Andrea e Alessandra di Aosta e Mauro) è stata forte. Ho prenotato sotto falso nome e sono arrivato all’inizio del servizio.
Il locale, arrivando da Bossolasco è sulla destra, a inizio paese, dove, dalla parte opposta c’è un parcheggio auto con le colonnine della ricarica. La facciata della casa ha già un che di eleganza e la scritta Vittorio è misurata.
Appena entri, c’è il banco e poi sulla sinistra la sala linda, con una ventina di posti a sedere.
Dietro c’è la cantina, al piano sopra un’altra stanza con tre tavoli tondi e la porta che dà su un terrazzo dove si può mangiar con la bella stagione. Ad accogliervi c’è la famiglia Biga, che ti saluta col sorriso: Lorenzo, il figlio sommelier che gestisce la sala e il racconto, la “super mamma” Marcella come la chiama lui, che potrebbe essere scambiata per la moglie e il papà in cucina, Gianni Biga, classe di ferro 1961. Un trio che ha il cuore a Bagnasco, il paese accanto, dove ancora c’è l’insegna del Vittorio dove era prima; ma a Bagnasco hanno attivato tutti i rapporti con i contadini per avere i prodotti della loro cucina.
Detto questo, la prima cosa che colpisce è la carta dei vini ricercata, con tanti piccoli produttori, non solo del Piemonte (alcune etichette della provincia di Lucca, ad esempio erano eccellenti). Hanno un menu degustazione con 6 portate a 50 euro, ma i piatti si possono ordinare anche alla carta.
Siamo in una trattoria di lusso, che schiaccia l’occhiolino al ristorante e infatti arrivano gli amuse bouche che sono un biglietto da visita perfetto: frittatina di spinaci bio, il polpettone di verdure fritto con pangrattato e crema di patate. La ciotolina con porcini e lumache in umido è da andare fuori di testa, così come la salsiccia di Bagnasco fatta dal papà con cavolo cappuccio. Si chiude con la sfera al Martini dry.
Fra gli antipasti, per nessuna ragione al mondo dovete rinunciare al “nostro “Ramen” piemontese un consommé composto da polpette di radici, cavolo, tartufo e uova di quaglia. Eccezionale.
Da provare anche la trippa in umido coi fagioli bianchi di Bagnasco, perfetta.
Ai primi i ravioli della tradizione ai tre arrosti vengono serviti al tovagliolo (e sopra ci ha messo un quadrifoglio che ho messo nel mio portafoglio): la pasta ha una perfetta texture.
Geniali gli gnocchi di patate al Castelmagno rifinito con croccante di noci e miele di acacia.
Altro piatto imperdibile è poi la finanziera alla Vittorio con petto di pollo, spezzatino di filetto, creste di gallo, animelle, filoni del midollo, granelle del toro e funghi porcini tutto sfumato al Marsala.
Sempre ai secondi ecco lo scamone di fassona in crosta di pancetta (io ho chiesto la cottura media, ma sarebbe stato meglio l’avessi chiesta al sangue per godere di più della morbidezza della carne).
Certo quando ho visto i pak choi spadellati e il cavolo viola fermentato avrei abbracciato Gianni: gusto incisivo, buonissimo. Altro piatto che non dovete assolutamente perdere è poi il Tiramisù moderno: una cupola di crema al mascarpone ripiena di savoiardi imbevuti leggermente nel caffè, rifinita con cacao amaro, panna montata, emulsione di frutti rossi e Gel al caffè (alla Moka).
Il pane è fatto in casa ed è eccellente (lo avevano sfornato da poco), il prezzo medio (55/60 euro) è un invito a ritornare, per un posto che quasi mi dispiace esaltare (troverò ancora posto quando vorrò essere ancora qui a Nucetto?). Bravissimi!!! (Provato il 11 luglio 2025)
Da Vittorio
Via Nazionale, 5
Nucetto (CN)
Tel. 0174 76239
