Parola di Helix che da Cherasco punta a portare le sue chiocciole nel mondo. Con la benedizione del tartufo

Le Langhe sono una questione di terra. Di uomini. E di marketing. Giacomo Morra ha reinventato il tartufo (e la Fiera), Angelo Gaja ha venduto il suo Barbaresco tra i grandi della terra, Michele Ferrero doveva fare una crema di gianduja e ha fatto la Nutella, Teo Musso ha dato vita alla birra artigianale italiana, se poi ci aggiungiamo che anche un certo Oscar Farinetti ha natali in quel di Alba, abbiamo chiaro una cosa: le Langhe di oggi - fuor dalla poesia - sono il frutto di una intelligente imprenditorialità e di idee geniali.
Nel novero di questi visionari di successo oggi possiamo metterci Simone Sampò, eloquio da marketing manager, sguardo gettato al di là dell’ostacolo. Dietro quel boom illusorio della lumaca (allora si chiamava ancora così) e dei suoi fallimenti, circa quindici anni fa. La lungimiranza di reinventarsi “brocker di chiocciole” andando nel mondo a dar la caccia alle specie migliori, portarle in altre zone dove si sarebbero adattate meglio. E soprattutto l’intuizione che anche con le chiocciole, come in tutto nella vita, ci vuole metodo, che qui assume i contorni del metodo Cherasco. 
Simone-Sampo.jpgSimone SampòL’Elicicoltura Metodo Cherasco è una perfetta sintesi di quella “crescita elicoidale” che parte dalla chiocciola e dalle sue caratteristiche per creare opportunità di sviluppo in settori diversificati: dall’agricoltura all’allevamento e fino alla cosmesi. Chiocciola dunque come simbolo di un’evoluzione lenta, inclusiva e costante, ma anche mollusco da valorizzare e riabilitare, tutelandolo con un rigido disciplinare che non concede alternative a un modello di allevamento all’aperto e che, scegliendo di puntare sulla qualità, nega completamente l’utilizzo di mangimi.
chiocciole-street_food.jpgLe chiocciole di Cherasco in versione street foodUna filiera sostenibile e a basso impatto ambientale che è stata protagonista lo scorso fine settimana del festival Helix 2020, la tre giorni di eventi in presenza e in versione digitale dove si sono alternate tavole rotonde, dimostrazioni tecniche ed esposizioni di case history virtuose legate all’elicicoltura e che - ça va sans dire - ha interessato anche l’alta ristorazione, con i migliori ristoranti langaroli scesi in tavola con menu tematici volti ad evidenziare l’estrema versatilità della chiocciola. A partire da quello codificato alla Ciau del Tornavento dal geniale Maurilio Garola: una celebrazione della chiocciola interpretata al fianco di un altro “diamante” della terra, il tartufo.
piatto.jpgIl piatto di Maurilio Garola - Chiocciole con porro di Cervere, foie gras affumicato e fondente di patateUn appuntamento che ha delineato i tratti di una rivoluzione partita dal basso, la terra, per dare una risposta concreta alle sfide che il mondo agricolo sta conoscendo: la necessità di crescita comune, ma anche l’obbligo di sviluppare idee partendo da ciò che si ha, costruendo un progetto da comunicare al mondo, capace di garantire un basso impatto ambientale, ma anche la crescita dell'economia locale. Cherasco in questo è in prima linea. Pronta a guadagnarsi un posto d’onore sul podio delle eccellenze, perché alla fine tra tartufo e Barolo si sta un po’ stretti, ma nemmeno poi così male.

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