Dai Trento DOC, alla linea Maso e ai Trentini Superiori, dalle etichette ormai famose fino alle novità, una gamma di prodotti che colpisce per il suo alto livello qualitativo
A Vinitaly 2019 il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti e l’assessore provinciale all’Agricoltura Giulia Zanotelli, con Claudio Valente, vice presidente, e Flavio Innocenzi, direttore commerciale, di Veronafiere, ed i nostri Paolo Massobrio e Marco Gatti, hanno conferito un importante riconoscimento, a Enrico Zanoni, da anni direttore generale di Cavit e presidente di Trentodoc (che raggruppa i produttori di spumante metodo classico del Trentino) nonché consigliere nazionale di Unione Italiana Vini.
Motivazione dell’assegnazione del premio “Benemeriti della viticoltura - Angelo Betti” (riconoscimento istituito nel 1973, per un premiare tutte quelle personalità che si sono adoperate per dare lustro alla vitivinicoltura italiana): «Zanoni ha saputo fare un gioco di squadra portando sempre più in alto il marchio del TrentoDoc».
E il segreto del successo di Cavit, innanzitutto, è proprio questo. Aver saputo, e sapere, fare squadra.
Realtà nata nel 1950, quando alcune cantine, consapevoli dell’unicità della loro terra e desiderose di valorizzare i loro prodotti, si associarono dando vita a un Consorzio di Cantine Sociali. Oggi Cavit raggruppa 10 cantine associate, dislocate su tutto il territorio trentino - ossia la Cantina Sociale Roveré della Luna (Valle dell’Adige), la Cantina Rotaliana di Mezzolombardo (Campo Rotaliano), la Cantina Toblino (Valle dei Laghi), la Cantina Sociale di Trento (Valle dell’Adige), la Cantina Aldeno (Vallagarina), la Cantina Vivallis di Villalagarina (Vallagarina), Agraria Riva del Garda (Alto Garda), la Cantina D’Isera (Vallagarina), la Cantina Mori Colli Zugna (Vallagarina) e la Cantina Sociale Viticoltori in Avio (Vallagarina) - e conta su 4.500 conferitori.
Realtà che aderisce da oltre venti anni al “Protocollo per una produzione viticola di qualità in Trentino”, nel segno di un’agricoltura pienamente sostenibile. E sempre nell’ottica della sostenibilità, cantina che ha scelto l'esclusivo utilizzo di energia verde, effettuando ingenti investimenti per ridurre i consumi di energia (ha costruito tre impianti fotovoltaici in grado di produrre una parte del fabbisogno dell’azienda con fonti di energia rinnovabili, ottenendo una significativa riduzione delle emissioni di CO2).
In questi anni è entrata nel gotha del vino italiano, grazie a una produzione che spaziando, dai Trento DOC, alla linea Maso, cru prestigiosi creati in collaborazione con l'Istituto Agrario di San Michele, fino ai Trentini Superiori, o a una linea di "dolci" di gran classe, si è segnalata per la continuità qualitativa. In una sorta di "Anteprima di Vinitaly" vissuta a Milano, a Palazzo Valsecchi, nelle scorse settimane abbiamo avuto la possibilità di riassaggiare le diverse produzioni di Cavit, scoprendo anche due nuove etichette, al debutto per l'Horeca.
Si conferma fuoriclasse assoluto il Trento Doc Altemasi Graal riserva 2011, dal colore giallo oro luminoso, dal perlage fine e persistente, dai profumi floreali e fruttati, di pesca bianca, e dalle note agrumate, dai sentori speziati, e dal gusto fresco e sapido. Una bella novità, l'elegante Trentino Nosiola Conzal. Realizzato con uve che arrivano da vigneti di collina, a circa 350 m s.l.m. nella zona di coltivazione più rinomata per la Nosiola, i Monti di Calavino, dorsale scolpita dal ghiacciaio con suoli profondi, calcarei, marnosi e ben drenati e clima sempre ventilato che favorisce una maturazione ottimale dei grappoli. Nel bicchiere ha colore giallo paglierino con riflessi verde acqua, dai profumi di fiori bianchi, dalle note fruttate di albicocca, dal sorso fresco e sapido. E la Trentino Schiava Rosè Valdelac, da selezione di vigneti situati tra i 300 e i 500 m s.l.m. intorno a Riva del Garda, sui pendii delle colline dai suoli calcarei, ghiaiosi e di origine glaciale che circondano il lago. Dal colore rosa corallo, ha profumi di frutti rossi, e in particolare di ciliegia e fragoline di bosco, mentre in bocca ha buona struttura e persistenza.
"Fuori categoria", l'affascinante Vino Santo Trentino Arèle. Figlio di quella Valle dei Laghi che, posta tra i monti ai piedi delle Dolomiti che collega Trento con la sponda nord del Lago di Garda, è area di particolare vocazione alla produzione di Vino Santo. Realizzato con uve ben mature raccolte a ottobre e stese sui tradizionali graticci che nel dialetto locale sono chiamati Arèle, da cui il nome, con un appassimento che avviene in fruttaia ventilata naturalmente, senza alcuna forzatura. All'assaggio, ha colore giallo oro luminoso, naso con note di miele e frutta secca, in particolare mandorle e noci, gusto di grande equilibrio, con dolcezza e freschezza, ben bilanciate, e lunghissima persistenza.