A Gioi, un progetto familiare che unisce terra, cucina e cantina in un'espressione autentica di sostenibilità e amore per il territorio
Antonio Bianco vive a Gioi, ridente paesello dell’entroterra cilentano arroccato tra boschi, ulivi e vigneti, e circondato da massicce mura medioevali. Antonio è cuoco e vignaiolo, ed è per questo che mi son spinta fin quassù: per comprendere il fil rouge di questa impresa umana in un territorio ancora sconosciuto ai più.
L’azienda nasce da un progetto agricolo che innesta l’agricoltura promiscua cilentana all’osteria, laddove l’accoglienza e la cucina esprimono al meglio le eccellenze del territorio. L’Osteria e la Cantina Bianco trovano dimora sotto lo stesso tetto, in pieno centro storico.
Vi si accede da una corte con ampio giardino risalente al ’500, da cui poi i locali si aprono come in un dedalo: pavimenti nobiliari e volte a soffitto delineano un ambiente ancora intatto e colmo di fascinazione.
Elvira, cuoca e madre di Antonio, e la sua compagna Maria Dori sono persone disponibili e sorridenti, che grazie al loro impegno promuovono un progetto di sostenibilità, etica e socializzazione culturale legata alle tradizioni, strizzando l’occhio alle nuove generazioni e creando un polo attrattivo e inclusivo nel circondario. Qui, a 700 m s.l.m., si gode di una cucina di selvaggina, vegetali, erbe spontanee e spezie, dove buono, gusto e cultura rievocano la famosa Dieta Mediterranea di Ancel Keys.
Il menu cambia spesso, ma l’impronta del luogo resta.
Dopo aver assaggiato un meraviglioso tagliere con salumi del piccolo salumificio artigianale di Gioi, citato sul nostro Golosario e i formaggi del caseificio Di Lascio, capisco che sono arrivata nel luogo più vocato per introdurmi allo stile cilentano.
Il vino bianco al calice è un blend di moscato e malvasia macerato: straordinaria armonia che esalta l’identità dei vitigni. È buono e sincero, e lo gusto assieme ai friggitelli e alle cotolette vegane di zucchine.
Qualora fosse richiesto, la cucina prepara piatti vegani e vegetariani.
Antonio tratta olivi e vigne prediligendo una coltura e vinificazione non interventista. Per questo, la produzione non è mai la stessa e varia di anno in anno. Il vignaiolo si basa sulle sue esperienze e si avvale della sensibilità che solo chi ama il proprio lavoro può far tesoro. In abbinamento ai succulenti cavatielli al ragù cilentano – un piatto saporito e goloso da non potersi fermare senza un bis – chiedo il famoso rosso da oltre dieci uve: Caos. Il nome del vino è riconducibile al vigneto, in cui varietali autoctoni come aglianico, mangiaguerra ecc. si aggiungono a sangiovese e montepulciano, solo per menzionarne alcuni. Si tratta di un blend che profuma di territorio e biodiversità, un vino senza compromessi che avvicina i commensali e accompagna i vassoi ricchi di carni arrostite e alla brace.
A Gioi potrete trovare tutto ciò che nel bellissimo litorale di Ascea non vedete: il Cilento è ai vostri piedi, intorno a voi, nei vostri calici, e vi accompagnerà al ritorno nei ricordi. Il conto è minore del previsto, mentre la qualità e la bontà della cena superano le aspettative. Super consigliato!
Cantina Bianco
via Puoti, 2
Gioi (SA)
Tel. 339 2078507
