Con Milani il caffè entra al ristorante. Da protagonista
Il pubblico dei consumatori sarà sempre più polarizzato: da un lato chi consuma solo per abitudine e per necessità, dall’altro chi ha sempre più bisogno di nuovi stimoli e soprattutto di personalizzazione. A certificare questa situazione anche gli ultimi dati Nielsen che hanno fotografato una situazione di continuo spostamento dalla famiglia tradizionale ai gruppi di consumatori più avanzati che cercano sempre più un prodotto capace di rispondere ai loro interessi. Il mondo del caffè è al centro di questa rivoluzione dei consumi e la classica miscela per espresso - pur essendo ancora centrale nella proposta - rischia di non essere più sufficiente. Da qui la corsa a una personalizzazione che oggi passa soprattutto da una proposta di monorigine inseriti in una carta dei caffè fruibile anche a fine pasto.
Macchina a erogazione continua - 1950
La storia della personalizzazione nel mondo del caffè è moderna: solo a metà degli anni Settanta negli Usa si inizia a parlare di specialty coffee ovvero di caffè a cui determinati climi e condizioni atmosferiche donano particolari caratteristiche e che per questo devono anche essere tostati in maniera adeguata. Contemporaneamente all’avvento di questi caffè, si assiste a una piccola rivoluzione nel campo dell’estrazione con il diffondersi in bar e ristoranti delle macchine a gruppi indipendenti, ideali per erogazioni su misura. Nello stesso tempo cresce anche l’attenzione generale del pubblico al caffè che da singolare (espresso) diventa una pluralità di declinazioni. Nel linguaggio comune entrano Brasile, Etiopia, Giamaica associati a caratteristiche proprie della bevanda.
La serra per la coltivazione del caffè all'interno dell'Esposizione Caffè Milani a Lipomo (Co)
In Italia negli anni Novanta nasce anche l’associazione degli assaggiatori che garantisce scientificità all’assaggio. Cresce, conseguentemente, la domanda di caffè secondo i propri gusti, però nei ristoranti - mentre si hanno agevolmente proposte di oli, formaggi, distillati diversi - fatica ad imporsi la possibilità di scegliere da una carta dei caffè e di degustare diverse monoriginie. Il motivo? Manca personale formato in modo adeguato, tecnicamente è difficile conciliare i tempi di un buon caffè con quelli del servizio e non è semplice gestire una varietà di monorigine.
Il servizio del caffè anni Cinquanta
Il caffè come valore aggiunto per la proposta di un ristorante è uno dei temi che saranno affrontati il 21 marzo a Lipomo (Como) presso l’Esposizione Caffè Milani dove il caffè a fine pasto diventerà provocazione per l’abbinamento, non a un piatto ma ai gusti dell’ospite. E’ la filosofia del diagramma del gusto lanciato da Milani con l’obiettivo di rispondere alla domanda “Di che caffè sei oggi?” e che partendo dalla voglia di un gusto, di una sensazione (floreale, fruttato, cioccolato, spezie) conduce alla scelta corretta. Il 21 marzo scopriremo come tutto questo potrà evolvere in una vera e propria proposta da fine pasto. Intanto l’azienda Milani ha anche pensato a una soluzione per permettere a tutti i locali di conciliare le loro esigenze di gestione con una proposta di caffè ben declinata. E’ il modello dell’Espresso System che permette di unire la scelta delle singole origini alla praticità della capsula. Compila questo form per avere ulteriori informazioni.
La sala al primo piano dell'Esposizione Caffè Milani
(Informazione pubblicitaria)