Passo dopo passo, ecco come preparare il caffè con la “caffettiera napoletana”

Se Napoli vanta da secoli il primato nella tradizione della preparazione del caffè, tra i simboli della città è intramontabile la “caffettiera napoletana”, che purtroppo sta scomparendo anche dalle case degli stessi napoletani, sostituita dalla moka (più pratica e veloce) e dalle macchine per l’espresso dai prezzi sempre più abbordabili.

Vabbè, sta scomparendo perché il caffè nella moka o espresso è più buono! E invece il problema è di tecnica. E lo dice anche Paolo Massobrio che è nato in una famiglia dove il caffè era solo quello con la classica caffettiera che si rivoltava quando il liquido sobbolliva. Vediamo allora come trattare la cuccumella o napoletana.

Per prima cosa bisogna avere a disposizione caffè macinato per la napoletana (lo si può chiedere in torrefazione) e riempire l’apposito contenitore senza pressarlo troppo, avvitando sopra il filtro. Porre l’acqua nella caldaia mantenendo il livello al di sotto del forellino per la fuoriuscita del vapore e unire le due parti. A questo punto si pone la caffettiera sul fuoco non troppo vivace e quando l’acqua raggiunge l’ebollizione e un sottile filo di vapore esce dal forellino, si prendono saldamente i manici e la si capovolge. Così il serbatoio dell’acqua si viene a trovare sopra quello del caffè. L’acqua scende, passando attraverso il serbatoio con la polvere in meno di 5 minuti. Dopo la rotazione (come suggeriva anche il grande Eduardo De Filippo nella commedia “Questi fantasmi”) si può chiudere il beccuccio col “coppetiello”, cioè un cono di carta, per non far uscire l’aroma del caffè durante la lunga fase di filtraggi.
Il prodotto finale è un caffè leggero ma dal corpo pieno, che dona una sua originale soddisfazione al gusto. Alzi la mano chi è di questa scuola!

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