I venti anni del Caseificio Valle Elvo e il ME/BO (Menabrea/Botalla - Museo della birra e del formaggio)

Quello che si è festeggiato domenica 20 ottobre è molto più di un compleanno, seppur importante perché si celebrava il ventennale di attività del Caseificio Valle Elvo (via Opifici, 22 - Occhieppo Superiore, Biella). Era la festa di un progetto realizzato, di un’idea trasformata in un’azienda agricola cooperativa e di un’alleanza di successo con un’azienda biellese di proprietà della famiglia Bonino.

Ma facciamo un salto nel tempo: nel 1999 un piccolo gruppo di agricoltori, in collaborazione con le Comunità Montane della Valle Elvo, decise di costituire una cooperativa per favorire lo sviluppo dell’allevamento bovino e raggiungere la massa critica nella produzione e nella lavorazione del latte.

“Era una sfida alla mentalità individualista dei biellesi - dice Gianni Longo, il Presidente della Società - e il Caseificio Valle Elvo è oggi il risultato vincente di quella sfida”.

Dagli iniziali 8 soci, 3 quintali di latte al giorno e un laboratorio in affitto si è passati ai 55 soci attuali, di cui 32 conferitori di latte, per una produzione giornaliera di 150 quintali che vengono lavorati nel moderno caseificio avviato nel 2003. In un anno sono poco meno di 5 milioni i litri di latte conferiti al caseificio per essere trasformati in formaggi, tre quarti dei quali ceduti alla Botalla Formaggi di Biella per la stagionatura. La restante parte viene offerta fresca o stagionata nei locali del caseificio e poi venduta nello spaccio oppure, attraverso distributori, a varie attività commerciali piemontesi.
Nello spaccio si possono trovare tutti i tipi di formaggi: tome di varie stagionature, maccagno, rigatello e blu elvo. E poi tutta la linea del fresco: tomini, ricotta, burro e yogurt. Sono posti in vendita anche molti prodotti tipici di aziende agricole della Valle Elvo, come per esempio birra, salumi, nocciole, farine, grappe, mostarda di mele, succhi di frutta, patate, miele, biscotti e altro ancora. Con questi prodotti, nel mese di dicembre, vengono preparati e venduti oltre mille cesti natalizi.
Il caseificio occupa una superficie di oltre mille metri quadrati, dà lavoro a 11 dipendenti ed ha un giro d’affari annuo di poco inferiore ai 3 milioni di euro: una bella e consolidata realtà nel panorama caseario locale. Da tempo il caseificio svolge anche un importante ruolo sociale e culturale. In occasione della festa annuale, vengono distribuite ai partecipanti migliaia di razioni di polenta concia e mentre gli adulti visitano il caseificio, assistono alla sfilata dei trattori d’epoca o partecipano ai laboratori di creazione dei formaggi, i bambini vengono coinvolti in attività sportive e di divertimento. Nel corso dell’ultimo anno oltre 1.200 ragazzi hanno conosciuto il caseificio, i suoi prodotti e i metodi di lavorazione in occasione delle visite scolastiche organizzate dalle scuole biellesi. A dimostrazione che là dove la singola azienda non riesce ad arrivare, il traguardo si può raggiungere insieme ad altri. E questo vale anche per un’altra interessante iniziativa avviata, quasi in contemporanea con la festa del caseificio, da parte di Botalla Formaggi e Birra Menabrea, che già collaborano sul piano produttivo nella realizzazione di un formaggio alla birra, lo Sbirro. Si tratta di ME/BO il museo della birra e del formaggio aperto a Biella in via Ramella Germanin nei pressi dei due stabilimenti, che verrà presto affiancato da un polo del food per la formazione dei clienti e per le degustazioni dei visitatori. Alleanze, collaborazioni, ruolo sociale e non ultima la solidarietà: Botalla Formaggi è tra i sostenitori del progetto di Gianni Rigoni Stern per far nascere un caseificio a Srebrenica, per il quale molto hanno fatto i vari Club di Papillon d’Italia. E Biella, ovviamente, tra questi.

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