Sul Corriere della Sera un servizio svela le sorprese (negative) riservate spesso ai proprietari di bed & breakfast

Pernottamento da re, colazione fantastica e ospitalità al top, ma poi la recensione è tranchant. Oltre al mondo della ristorazione, a risentire dei giudizi - spesso superficiali - pubblicati online sono anche gli albergatori, frequentemente “vittime” di colpi bassi e giudizi immeritati sulle performance delle rispettive strutture.

Una criticità divenuta tale a seguito di un vero e proprio boom dell’offerta di appartamenti online, dove a farla da padroni sono portali online come Booking.com (+50% di case in affitto nell’ultimo anno) o AirBnb, che nel 2016 ha gestito 5,65 milioni di ospiti (contro i 3,6 milioni del 2015).

Ma non sempre per ospiti e ospitanti valgono le stesse regole. E se è vero che per gli “host”, ovvero i proprietari, le lamentele spesso non compromettono un trend positivo di recensioni, è altrettanto vero che disturbano, soprattutto se ingiustificate.

I colossi del settore minimizzano, facendo perno sulla trasparenza dei loro sistemi, che però - è innegabile - danno più voce ai “leoni da tastiera”. E solo in rare eccezioni, come nel caso di AirBnB, l’approccio è davvero democratico con un sistema di recensioni a due vie. “Esiste un link per il profilo dei viaggiatori, come per i proprietari - spiega la manager Italia Federica Calcaterra - Una questione di fiducia, da entrambe le parti”.

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