Il Monferrato del vino, dopo un buon 2021, guarda a nuove sfide per il 2022 puntando sulla promozione di un intero territorio

Il mondo del vino non si è mai arreso. Un po’ per vocazione, un po’ per obbligata resilienza, produttori e imprese hanno continuato a guardare sempre e comunque avanti, malgrado le pesanti conseguenze legate alla crisi sanitaria globale.
Lo ha dimostrato il Piemonte, regione a massima tradizione vitivinicola, e in particolare il Monferrato, territorio Patrimonio dell’Umanità Unesco, dove negli ultimi due anni anche i numeri produttivi hanno registrato, di fatto, percentuali costanti e qualche incremento.
Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che tutela e promuove 13 denominazioni pari a oltre 11 mila ettari dell’intera superficie a D.o. piemontese, è un osservatorio coerente per indagare queste tendenze, ma anche un esempio per quanto riguarda la promozione. Mentre si aspettano i risultati di una vendemmia dalle altissime premesse qualitative, continuano infatti le iniziative di comunicazione di un territorio che riscuote sempre più successo su scala nazionale e internazionale.

Masterclass in Copenaghen05.jpgIn autunno, i vini del Monferrato sono stati protagonisti di alcuni eventi nel Nord Europa, con masterclass e degustazioni dedicate a pubblico e operatori. Il riscontro è stato molto incoraggiante e ha dimostrato, in primo luogo, il crescente apprezzamento nei riguardi della Barbera d’Asti Docg, soprattutto nella tipologia Superiore, disegnando una proiezione economica di assoluto interesse. La versatilità della denominazione è stata la chiave decisiva per consolidare mercati in espansione come quello scandinavo, caratterizzato inoltre da una buona capacità di acquisto che potrebbe favorire nuove prospettive commerciali. In queste aree dimostrano di affermarsi anche le altre Docg tutelate dal Consorzio, come per esempio Nizza e Ruchè di Castagnole Monferrato, ma notevoli risultati li raggiunge anche il Grignolino, vitigno che sta tornando a suscitare un ragguardevole riscontro. Tutto lascia intendere una sensibilità generalizzata nei riguardi dei rossi più o meno strutturati, ma connotati da profili organolettici marcati e riconoscibili, di quelli che caratterizzano il Monferrato in tutto il suo complesso. Il territorio è tuttavia costellato di piccole nicchie enologiche o tipologie che si preparano a affermarsi con nuovo slancio: come il Piemonte Marengo, vino spumante ottenuto da uve cortese; oppure i rosati, che anche nel Monferrato registrano consensi in aumento, in linea con una tendenza nazionale.

Masterclass in Copenaghen02.jpgUna scommessa di valorizzazione e racconto, quella del Consorzio, che vale anche per l’anno nuovo. Sono già sul tavolo alcuni eventi per il 2022, seminari internazionali finalizzati a consolidare le denominazioni su mercati diversi. Come per esempio quello asiatico, dove il Consorzio tornerà con la Barbera d’Asti Docg e inserendosi in un progetto mirato a corroborare la questione legata alla sostenibilità in vitivinicoltura. Negli ultimi anni il Monferrato, anche grazie alle iniziative volute e sostenute dal Consorzio, è stato un florido teatro di ricerca e sperimentazione con alcuni programmi sviluppati in collaborazione con il mondo scientifico e universitario. Uno su tutti con il progetto Noviagri, finalizzato a creare un macchinario ecosostenibile da impiegare in vigna. Stesso connubio di sostenibilità e viticoltura sarà al centro di altre iniziative, come quella prevista negli Stati Uniti, dedicata in particolare alla denominazione Nizza Docg.
«Il ritorno sui mercati internazionali con seminari e iniziative mirate a promuovere i nostri vini e il nostro territorio ci dice due cose – analizza Filippo Mobrici, Presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del MonferratoIn primo luogo dimostra la tenuta delle nostre aziende, che tornano a aderire vivacemente per dare continuità a un lavoro che non si è mai fermato; in secondo luogo ci incoraggia a preservare nella ripartenza, anche attraverso la chiave della sostenibilità ambientale e economica».

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