Le tappe e gli obbiettivi del Club di Papillon nei suoi primi 25 anni di vita: dal treno enogastronomico del Monferrato alle Cene in ComPagnia

Sono passati 25 anni da quel 19 giugno 1992 quando con quattro amici siamo andati dal notaio, ad Alessandria, a fondare un’associazione che portava il nome di una rivista di pura critica gastronomica, Papillon appunto, che aveva debuttato l’anno prima.

Ma la prima iniziativa si svolse il 15 maggio del 1993, quasi un anno dopo, con il primo Treno enogastronomico del Monferrato, da cui poi nacque la base associativa, coi primi 300 soci, che negli anni sono arrivati a 6.000.

Il 2002, quindici anni fa, segna un’altra tappa fondamentale, giacché il Club di Papillon a Rimini diventa nazionale, con la nascita dei primi Club locali, in 50 luoghi, dalla Sicilia al Veneto.

Che dire, la soddisfazione di questo percorso è stata tanta, perché ha sviluppato un laboratorio di idee, di iniziative, che poi hanno avuto le gambe per camminare da sole. L’obbiettivo di Papillon è sempre stato duplice. Da un lato portare l’attenzione del gusto nella vita delle persone, dall’altro valorizzare quel piccolo artigianato alimentare che significava cultura. È nata una casa editrice, Comunica edizioni, per assecondare il primo compito, accanto alle attività dei vari club locali, e poi una rassegna che dal Salotto di Papillon di Stupinigi del 2000 è diventata l’odierna Golosaria.
I soci, e questa è la soddisfazione più grande, non ci hanno mai abbandonato, e il rapporto è stato alimentato da un giornale, La Circolare, che ha giudicato, giorno per giorno, questi 25 anni dove il gusto è salito agli onori delle cronache. Ma dentro a folklore e sensazionalismo, abbiamo sempre cercato di discernere il valore, di metterlo in evidenza: nel campo della ristorazione, come in quello del vino, senza dimenticare il lavoro di sviluppatori dei bottegai d’Italia e degli affinatori di formaggi.

Guardare questi 25 anni ha dunque la soddisfazione di aver messo su di un piedistallo un certo mondo, spesso dimenticato o tenuto ai margini della comunicazione. È stata la nostra passione, senza dimenticare il bisogno della gente, che è sfociato in quelle Cene In ComPagnia, che quest’anno hanno portato alla raccolta di oltre 28 mila euro per gli amici del Golosario vittime del terremoto in Centro Italia, che complessivamente portano la nostra raccolta fatta negli anni a quasi 150 mila euro.
E poi, il bello di questa storia sono stati gli amici che ci hanno accompagnato. Dal conte Riccardi, fin dalla prima ora, a Bruno Lauzi, l’indimenticato cantautore. Quindi lo scrittore Luca Doninelli e il cantautore Paolo Frola.

Qual è il segreto del Club di Papillon? La relazione, la curiosità per il lavoro ben fatto dell’altro, la voglia che tutto possa esistere, anche attraverso la comunicazione, che è ciò che possiamo offrire, insieme alle relazioni (perché tutto ciò che non è comunicato non esiste). Da questo punto di vista andiamo spediti verso i 30 anni e ancora oltre, sicuri che fra i nostri soci avremo ancora tanti amici e tante storie da raccontare. Un brindisi amici, col vino che più ci sta a cuore: ieri sera è stato il Freisia di Chieri, che ha compiuto 500 anni, quasi un augurio anche per noi. Oggi alziamo i calici con la Barbera, il vino delle nostre origini, della nostra amicizia.

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