A Locate di Triulzi, accoglienza calorosa, piatti della tradizione lombarda e sapori autentici
«Te set propri un grass de rost!» Sei proprio un grasso di arrosto, ossia sei pesante, insopportabile, il significato di questa frase in dialetto milanese. Ma il “Grass de rost” (via Trento 35 – tel. 0290780414) di Locate di Triulzi (Mi), non è per niente pesante, insopportabile, anzi è una scoperta del Gatti Massobrio di cui andiamo orgogliosi.
Vi aspetta in un angolino quieto, dove un cartello segnala il Palazzo ad Uso Pubblico del XIV secolo in cui nella Sala di Giustizia è dipinto l’affresco di scuola lombarda “La Madonna del Sarone”. Proprio di fronte, le vetrine con le vetrofanie in rosso con la scritta Trattoria Grass de rost. All’interno, il banco bar con le bottiglie in esposizione, poi la sala con i tavoli apparecchiati in modo curato e ben distanti l’uno dall’altro.
Il locale è guidato da un quartetto davvero affiatato, ossia dai titolari Simone Regonati, ai fornelli, e la moglie Noemi Navoni, in sala, affiancati, il primo dal nipote Matteo Mariani, giovane cuoco che già ora è più che una promessa, la seconda da Andrès Padilla, a sua volta veloce, capace e con il piglio e la professionalità giusti. Di questo poker d’assi, l’anima è Noemi, autentica forza della natura e vulcano di simpatia, che nella migliore tradizione della patronne italiana, riuscirebbe a far sorridere il più musone della terra, e che tra una battuta e un pensiero profondo, è capace di trasmettere la passione del lavoro di tutta la squadra.
Simone è interprete di valore della grande cucina tradizionale milanese e lombarda, in primis, e italiana. E poiché i due giovani hanno il passo di chi non solo ha voglia di imparare, ma di chi un domani potrebbe avere i numeri per proseguire questa bella avventura, ecco perché questa è trattoria vera, di quelle che piacciono a noi, dove ci si sente a casa, in cui i piatti son fatti con amore, in cui la cantina ha selezione invitante e non banale.
In tavola, antipasto della casa con sequenza goduriosa di portate. Poi, i primi, con i ravioli fatti in casa alla ricotta con miele cannella e profumo di lavanda o neri alla cernia con pomodoro fresco. In alternativa sua maestà il risotto, qui, evviva, non messo in disparte, ma celebrato come è giusto che sia, e che potrete avere alla milanese (anche con l’ossobuco), con salsiccia e borlotti, “estivo” con agrumi pinoli e scampi, o stragoloso, e quasi piatto unico, con Castelmagno e quaglie al forno. Di secondo, carne, con costoletta alla milanese con le patate o vitello tonnato, pesce, con baccalà alla milanese cipolle stufate e purè o tagliata di ricciola. Con un buon dolce fatto in casa chiuderete una sosta che vorrete ripetere. Chi non ci viene è un “Grass de rost”!