Nel paese di Cracco si va al Cavallino

A Creazzo un locale che ha l’aria della famiglia

Che bel posto! Anche voi direte così quando sarete arrivati al Colle di Creazzo: una piazzetta raccolta dove posteggiare e subito di fronte la terrazza con la pergola della “trattoria” Al Cavallino, che oggi trattoria non è più, avendo avuto un’evoluzione più elegante, negli arredi e nella concezione del menu dove la griglia al camino gioca la sua parte ghiotta.

Detto questo, il Cavallino offre una vista senza pari sul territorio vicentino e c’è da immaginarselo in primavera o nelle sere d’estate. Con la stagione fredda si entra invece in quella sala classica arricchita da dettagli in pietra di Vicenza, che creano un'atmosfera ideale per momenti intimi (se i tavoli non fossero così ravvicinati però...) ma anche conviviali.

Matteo e Barbara Mariotto portano avanti un locale che propone piatti di pesce e carne, ma anche opzioni vegane e sulla porta c’è ancora Fausto, il papà di Barbara, che saluta e ringrazia gli ospiti con un sorriso.

La carta dei vini, sebbene non includa una selezione al calice (sigh), è curata con eccellenti etichette venete, italiane e internazionali. La presentazione dei piatti è accurata e originale e il benvenuto dalla cucina viene servito in una tazza trasparente;
graditi anche gli amuse-bouche alle mandorle serviti con il caffè.
Ma veniamo ai piatti come il baccalà mantecato e insalata di baccalà con patate, olive taggiasche e la sua maionese, dove tuttavia la prevalenza delle olive dava un sapore complessivo al piatto poco armonico.
C’era poi lo sformatino di carciofi su crema di patate, gradevole, e fra i primi i classici bigoli con ragù d’anatra oppure i tortelli di zucca al burro e salvia e ancora i ravioli ripieni di scorfano con capperi, olive e pomodorini Pachino.
alcavallino-sformatino carciofi.jpg Ma la scelta degli gnocchi di patate con capesante e porcini è stata vincente, perché la patata si sentiva molto bene, in un boccone di inusitata morbidezza.
Fra i secondi si spazia dal baccalà alla vicentina al filetto di branzino, mentre dal camino arrivano braciole di Patanegra, pluma di maialino iberico e fiorentine. Attenzione ai piatti fuori carta: nel nostro caso una faraona ripiena con quattro contorni intorno, alla vista ridondanti.
I dolci saranno sul classico: zuppa inglese, tiramisù, semifreddo al cioccolato bianco e tortino con cuore morbido di cioccolato. Detto questo, un ristorante raccomandabile (contento) dove c’è ricerca delle materie prime, ma manca ancora una maturità tecnica nella concezione del piatto, che merita di avere, complessivamente, una maggiore raffinatezza. Quando torneremo, tuttavia, vogliamo provare il camino!