Aspettando i vini di Cassano Magnago, presentate da Erica Battaglioli e Carlo Cioci le prime bottiglie firmate con l’enologo Mario Falcetti da uve autoctone dell’Alto Piemonte
Una coppia con l’amore per terra e vino. Un grande enologo che ha avuto come cifra della sua carriera di successo il coraggio di cimentarsi in sfide impossibili. Un progetto di cui si sentirà parlare a lungo.
I due giovani innamorati di terreni e vigneti sono Erica Battaglioli e Carlo Cioci. Nel 2023 hanno acquistato una tenuta nel cuore di Cassano Magnago, con due ettari di terra, che un tempo ha ospitato vigne. Per quanto oggi possa sembrare strano, non va dimenticato che il territorio ha una storia vinicola con radici profonde. Va ricordato che la provincia di Varese è stata, nell'Ottocento, la più vitata della Lombardia, con migliaia di ettari coltivati a vite sui "ronchi”, i pendii soleggiati che ancora oggi disegnano il paesaggio collinare. Una viticoltura contadina, diffusa, che animava le comunità locali e ne sosteneva l'identità. Erica e Carlo scoprono che una figura di spicco dell’enologia italiana, Mario Falcetti, pur avendo svolto la carriera che lo ha reso famoso lavorando soprattutto in Franciacorta, ha radici nel Varesotto (è di Albizzate). Lo chiamano, e con quella empatia che si crea immediatamente tra chi non si muove per raccomandazioni, ma per il gusto della relazione, si incontrano. È l’inizio di un percorso insieme di cui oggi si vedono i primi frutti.
È nata così Terradesa, con il nome che racchiude “Terra”, intesa come origine, radice, e “Adesa”, che include sia il concetto di adesione, appartenza, ed “Esa”, un richiamo all’esagono, che è una delle caratteristiche distintive di questa avventura. Infatti il vigneto, ubicato in località Valdarno, è stato disegnato a forma di esagono, appunto, con sei spicchi, sei varietà, una geometria che parla di visione e identità. Protagonisti i vitigni PIWI, varietà resistenti, sostenibili. Una scelta tecnica, sì, ma anche filosofica, a favore di una viticoltura etica. Una sfida lanciata al futuro con rispetto per la terra e ambizione per ciò che ancora non esiste. Ora, questa parte del progetto rappresenta l’innovazione.
Ma mentre la vigna a Cassano prende forma, un angolo di Piemonte è già protagonista dell’altra parte di progetto, quello dedicato alla “tradizione”, con Terradesa che a Mezzomerico, tra le Colline Novaresi, coltiva vitigni storici quali erbaluce, nebbiolo, vespolina e barbera. Di questa attività abbiamo avuto l’onore di assaggiare le prime bottiglie.
Di carattere, il Colline Novaresi “Esaluce” 2024 dalle note agrumate e sentori di pesca, frutta gialla, minerale, dal sorso sapido e verticale (vedi foto sopra).
Golosa e contemporanea la Colline Novaresi Barbera 2024, un vino dal naso molto invitante con note di ciliegia e frutti di bosco, e fine speziatura, con sorso dalla caratteristica freschezza, che invita alla beva.
Ma se questi vini sono un termometro di come qui stiano lavorando bene, dei traguardi che raggiungerà questa cantina dicono gli altri due rossi, già grandi, ma promessa di un futuro importante.
A Cassano Magnago, nei prossimi mesi prenderà forma un piccolo agriturismo con tre camere immerse nel verde, una sala degustazione ricavata nella vecchia Torre e uno shop aperto al territorio. Un luogo pensato per accogliere, raccontare e condividere ogni passaggio di questo cammino. Non sarà solo un luogo dove si fa vino, ma un luogo dove il vino si vive. Segnatevi questo indirizzo, ne sentirete parlare!
Terradesa
Via Valdarno, 31
Cassano Magnago (Va)