Uno stile “minimal” quello sposato da Gabriele Marano per proporre al pubblico i suoi vini. Della sua storia scrive oggi su La Stampa Paolo Massobrio, attraverso un viaggio nel tempo che riporta al 2006, anno in cui Gabriele, insieme al genero Pietro e alla figlia Annalisa, decise di avviare in proprio i primi imbottigliamenti, fedele ai principi dell’agricoltura biologica. Oggi, nell’Oasi Naturale della Fonte del Vascello, la sua Tenuta Terraviva è una certezza. E i vini uno spettacolo. Tra i rossi, indimenticabili il Colli Aprutini “Solorosso” 2012 e il “Luì” 2011, dalle cui uve nasce anche il rosato “Giusi”. Clamoroso, invece, tra i bianchi il Trebbiano d’Abruzzo “Mario’s 40” 2012, seguito di poco dal Trebbiano Terraviva 2013 e dal pecorino “Ekwo”.

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