Da Venezia a Parigi, passando per Firenze. Gli Harry’s bar non sono solo Cipriani (anche se l’influenza si sente quasi ovunque).

La storia dell’Harry’s bar di Venezia è ormai molto nota. E spesso in molti credono che quello di Venezia sia il prototipo da cui derivano, come un format, tutti gli altri. Così non è. L’Harry’s veneziano è totalmente indipendente da quello di Parigi, che in origine si chiamava solo New York Bar e solo negli anni Cinquanta divenne Harry’s New York Bar. Anche quest’ultimo - come l’Harry’s di Venezia - divenne celebre per le sue frequentazioni, da Gershwin a Fleming, e per i suoi cocktail. E’ tuttora attivo nei pressi di Place Vendôme.

A Firenze invece venne aperto a metà degli anni cinquanta un Harry’s Bar (nella foto il titolare Sabatini nella prima storica sede). Questo invece aveva più di un rapporto con quello di Venezia. Non fu un’emanazione della famiglia Cipriani, ma nasce da una storia di amicizia tra i fondatori, Mariotti e Sabatini, e Giuseppe Cipriani. Quest’ultimo volle regalare ai due cognati (avevano sposato due sorelle) e appassionati bartender toscani non solo preziosi consigli, ma anche alcune delle sue ricette più famose. Così l’Harry’s fiorentino assunse l’allure dell’originale veneziano ma restando indipendente. Oggi può accreditarsi come uno dei migliori american bar della città (e d’Italia).

E gli altri Harry’s? Alcuni sono stati fondati da Arrigo Cipriani, altri invece sono indipendenti e si chiamano così per imitazione del nome (avete presente quanti Roxy bar sono nati in Italia?) oppure per il semplice motivo di avere un proprietario di nome Harry.

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