Senza imperfezioni e fortemente territoriali al tempo stesso: ecco perché le linee premium della Cantina di Soave sono state una vera sorpresa

La doc Soave ha compiuto 50 anni e una delle realtà che più lo rappresentano - la Cantina di Soave (Viale Vittoria, 100 • tel. 045 6139811) - lo ha celebrato, cambiando pelle ma restando sempre legato alla sua territorialità. La linea che abbiamo assaggiato (la produzione della Cantina è davvero molto vasta), Rocca Sveva, rappresenta un apice qualitativo che, per motivi diverse, troviamo in molti di questi vini.

Il Soave Classico Rocca Sveva 2016 è un vino molto pulito, dal colore paglierino chiaro al naso con note agrumate e sentori di frutta tropicale. In bocca è equilibrio con il nerbo della giusta freschezza. Naso più evoluto, con profumi di erbe aromatiche, una struttura più importante e un lungo finale per il Superiore Castelcerino, che marca la differenza soprattutto al palato. La sorpresa maggiore arriva però da un gioiellino come Chiaropuro. Nasce da un blend di uve incrocio manzoni, müller thurgau, garganega e moscato che vengono sovramaturate in pianta per circa due settimane e a seguire lasciate appassire per altri 10 giorni. Nel campione 2016, si presenta di colore paglierino con riflessi d’oro, che al naso stupisce perché non sovrabbonda di frutta quanto invece fa emergere i fiori, il miele d’acacia, il tiglio. Si sentono gli aromatici ma senza la perseveranza e l’irruenza che ci si aspetterebbe. Magnifico il contrasto in bocca, dove l’acidità importante e la sapidità sanno renderlo anche beverino.

Un parallelo si può tracciare con l’omologo, in rosso, Nottefonda da uve corvina, pinot nero, merlot che anche in questo caso subiscono una sovramaturazione in pianta di circa 15 giorni e un leggero appassimento a cui segue una vinificazione in acciaio e un passaggio in legno. Notevole il campione assaggiato, il 2014: un naso di frutta matura ma ancora vivo, accompagnato da una speziatura decisa. In bocca è ben equilibrato, strutturato ma con un’alcolicità contenutoa e soprattutto una freschezza che spinge a versarsi un secondo bicchiere. Equilibrio, pulizia al naso con la piacevolezza dei piccoli frutti e del melograno e in bocca una giusta acidità sono le note di lettura del Rosato Notarosa ottenuto da uve corvina e pinot nero.

Anche la spumantistica è in netta crescita. Molto gradevole Equipe5, nato nel 1964 da un progetto di cinque enologi trentini, che viene poi messo a riposo nelle cantine di Borgo Rocca Sveva. E’ un metodo classico, da uve vendemmiate nello stesso anno, di chardonnay (80%) e pinot nero (20%) che si presenta di un bel colore paglierino con bolla fine, che al naso si distingue per la bella caratterizzazione di fiori di zagara che accompagnano i profumi delicati dei lieviti. E’ in bocca dove dà il suo meglio, con una bella freschezza e sapidità. Anche il Durello, che nel corso degli ultimi due anni stiamo monitorando con maggior assiduità e continua a stupirci in positivo, conferma il momento positivo della cantina. Il Lessini Durello Riserva Settecento33 lascia emergere la sua finezza fin dal primo sguardo, per una sensazione confermata al naso da un buon profumo di crosta di pane croccante ingentilita dalle note floreali. In bocca ha una bella struttura e un finale lungo, che lascia in bocca una sensazione di pulizia e una freschezza non indifferente.

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