Il Sentiero dei Parchi Italiani: 7.000 km da percorrere a piedi nella natura incontaminata

Alla vigilia dell'apertura dei transiti tra le regioni dopo mesi di lockdown, la notizia che anche l'Italia avrà il suo “Cammino di Santiago” è una di quelle che fanno rasserenare gli animi e intravedere un futuro finalmente “green” e all'insegna dell'ecoturismo consapevole e sostenibile anche per il nostro Paese. 
sentieri-indicazioni.jpgMinistero dell'Ambiente e Club Alpino Italiano, infatti, sono alle battute finali di un protocollo d'intesa, finalizzato alla nascita de “Il Sentiero dei Parchi Italiani”. Un meraviglioso e unico percorso da nord a sud, che collegherà quasi tutti i parchi nazionali (18 su 25) e le riserve naturali della nostra Penisola. Dagli altipiani carsici friulani alle Dolomiti Bellunesi allo Stelvio, Gran Paradiso, Alpi Marittime e Appennino ligure-piemontese, per poi percorrere quella perla unica al mondo che sono le Cinque Terre; quindi la spina dorsale italica attraverso l'Appennino Tosco-Emiliano, le Foreste Casentinesi, Monti Sibillini, Maiella, Gran Sasso, Cilento, Pollino, Sila, Aspromonte… fino alla valle del Belice. Tutta d'un fiato (scherziamo!) e senza mai posare lo zaino. Anzi, no. Perché l'estremo lembo occidentale della Sicilia rappresenta solo un penultimo approdo...per imbarcarsi e raggiungere la Sardegna: qui si valicherà il Gennargentu per poi raggiungere l'arcipelago della Maddalena. Solo allora potrete dire di aver compiuto oltre 7 mila chilometri a piedi immersi nella natura incontaminata.
sentiero-italia.jpgSarà redatto anche una sorta di “passaporto” (come nel Cammino di Santiago) per certificare, senza possibilità di smentita, tutte le tappe svolte dal trekker. Questo progetto abbraccerà anche le aree protette, riserve della biosfera, siti naturalistici Unesco e patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
montagna.jpgTra gli altri importanti significati di questa azione, anche quello di tutelare le biodiversità di ogni singolo territorio attraversato – parliamo di oltre un milione e mezzo di ettari boschivi –, di rafforzare i presidi territoriali locali, e di valorizzare le filiere economiche che si incontreranno tappa dopo tappa. Pensiamo a quel patrimonio immenso rappresentato dai malgari, pastori, casari, dagli apicoltori e dai coltivatori di frutti e ortaggi d'altura, dai vignaioli che praticano “viticoltura estrema” ad alta quota, ma anche dalle migliaia di operatori della ricettività e della ristorazione da “Resistenza Umana”.

Non rimane che preparare zaino e tenuta da trekking e iniziare ad incamminarsi lasciandosi alle spalle i mesi bui passati tra le mura domestiche….

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