Dalle degustazioni realizzate per i Top Hundred, la sorpresa di un’eccellenza che caratterizza sempre di più i vini sardi

La sorpresa è stata grande. Nelle degustazioni con cui negli scorsi mesi abbiamo selezionato i 100 migliori vini che abbiamo poi premiato come Top Hundred a Golosaria, la regione che ha fatto l’exploit più inatteso, è stata la Sardegna. Decine i vini che ci hanno conquistato. A colpire, l’autenticità delle produzioni dell’isola. L’assessore regionale all’agricoltura dell’isola, Pier Luigi Caria, intervenendo al 45esimo Congresso del MIVA (Moltiplicatori italiani viticoli associati) che si è tenuto a Quartu Sant’Elena, ha ricordato che «con i suoi 27.000 ettari di superficie vitata, la produzione dell’Isola si qualifica per una elevata identitarietà e riconoscibilità. Molte delle DOC presenti nei diversi territori, e dei conseguenti vitigni coltivati, interessano varietà uniche a livello mondiale. La Regione ha sempre dedicato molte energie e risorse per l’innovazione del comparto, con particolare attenzione agli aspetti della qualità e della sostenibilità economica e ambientale della filiera. Negli anni ha avuto grande importanza lo studio sui vitigni autoctoni, maggiori e minori, che sono una parte importante della grande ricchezza della Sardegna, in armonia con il prezioso patrimonio ambientale e paesaggistico».

E ancora, ragionando su una visione più di sistema, dedicata allo stato di salute del comparto, l’assessore ha aggiunto che «in Sardegna abbiamo nel vitivinicolo una sorta di marcia in più rispetto ad altri settori agricoli: si parte da una qualità imprenditoriale di pregio a una elevata eccellenza delle produzioni, che si rafforza con un ricambio generale costante da cui sono nati nuovi impulsi positivi soprattutto sul piano della commercializzazione dei vini».

I segreti dell’eccellenza dei vini sardi, quindi, una natura particolarmente vocata, la valorizzazione sapiente di vitigni autoctoni dal formidabile potenziale qualitativo, la crescita della cultura in campo agronomico ed enologico, la scelta sempre più diffusa di operare in regime biologico. L’ennesima conferma di come la terra dei nuraghi stia finalmente esprimendo il suo essere culla di produzioni di caratura internazionale, dall’assaggio dei vini della cantina Berritta, giovane azienda a conduzione familiare, di Dorgali. Un’emozione il Cannonau di Sardegna Thurcalesu. Da uve vendemmiate a mano da vigne di 30 anni, realizzato con fermentazione – macerazione a contatto con le bucce di oltre 15 giorni, proposto sul mercato dopo 6 mesi di acciaio, affinamento in legno per un anno e 5 mesi in bottiglia, nel bicchiere ha colore rosso rubino brillante, naso elegantissimo, che conquista, con i suoi profumi floreali di rosa e viola, di frutta rossa, di ciliegia, con le sue note di mirto, ginepro, erbe aromatiche, macchia mediterranea e spezie, e in particolare di cannella, mentre al palato è di grande struttura ma dalla beva agile, grazie alla sua piacevole sapidità e setosa raffinatezza.

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