Prosegue il racconto delle degustazioni di Paolo Massobrio di Sangiovese. Ecco gli altri assaggi

Prosegue il nostro aggiornamento sulla degustazione dei Sangiovese di Romagna che, come si evince dai lusinghieri giudizi della prima parte, è stata impegnativa, ma soprattutto ha marcato una coerenza del prodotto nella diversità delle varie sottozone.

Oltre 30 le cantine che prendiamo in esame in questo terzo articolo (il primo su Albana e vini bianchi; il secondo su Sangiovese, preceduti da un’intervista a Ruenza Santandrea, presidente del Consorzio di Tutela).

Della giovane azienda Tozzi di Casola Valsenio (Ra) con i vigneti protetti dalla Vena del Gesso, abbiamo già detto a proposito dell’Albana, ma questa volta anche i rossi hanno segnato un netto miglioramento dalla prima degustazione che facemmo lo scorso anno. Il Romagna Sangiovese Superiore “Iko” 2018 aveva note speziate intorno all’effluvio ciliegioso. Buon equilibrio complessivo e tannini ben levigati. Dello stesso tenore è risultato anche il Rubicone Pinot Nero “Vivì” 2020, vino bio con un bel colore concentrato, ma trasparente. Ha note fruttate che tendono alla freschezza (amarena) e un apprezzabile equilibrio che avvolge i tannini fini.

Di Giovanna Madonia di Bertinoro (Fc), che è un nome di assoluta affidabilità in Romagna, già Top Hundred nel 2005 con l'Albana di Romagna Passito “Chimera” 2001, ecco uno straordinario Romagna Sangiovese Superiore "Fermavento" 2018 che ha note fruttate e animali insieme. Il suo equilibrio è spettacolare e la sensazione in bocca è di un vino caldo, di grande stoffa, che ha raggiunto un punteggio decisamente fra più alti. È piaciuto di gran lunga rispetto al Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva “Ombroso” 2018 che ha sostanzialmente un’impronta speziata.
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Il Romagna Sangiovese Superiore "Fermavento" 2018 di Giovanna MadoniaColombina di Bertinoro (Fc) offre un Sangiovese superiore “Le Trò” 2018 dalla ciliegia esuberante, che in bocca esprime tutta la pienezza rotonda del sorso. Il Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva 2017 porta il nome di “Anfore Romane” ed è sorprendentemente spettacolare, rasentando i 5 asterischi. Al naso è profondo con note di frutta e mallo di noce; in bocca è finissimo, croccante coi suoi tannini vivi, davvero un bell’esemplare. Complimenti!!!!
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Il Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva 2017 “Anfore Romane” della ColombinaAnche Podere La Berta di Brisighella (Ra) è una nostra vecchia conoscenza che s’è confermata interessante con quel Sangiovese Superiore “Solano” 2018 che al naso offre la freschezza speziata del mallo di noce e in bocca un piacevole percorso verticale fra acidità e tannini. Il Sangiovese Superiore Riserva Olmatello 2017 è un fruttato elegante, questa la sintesi di un assaggio di perfetta corrispondenza naso/palato.

Bella sorpresa la conoscenza dei vini di Zavalloni azienda di Cesena che subito si presenta con il Sangiovese Superiore Solaris 2018 già elegante al naso e piuttosto intenso. In bocca è sontuoso, molto ampio meritevole di due + oltre la soglia dell’eccellenza. Il Sangiovese Superiore Riserva “Amedeo” 2017 ha invece meno equilibrio e un finale che tende all’amarognolo.

Ca’ Perdicchi è un’azienda di San Paolo (Rn) e il suo Sangiovese Superiore “Sessantanove” 2018 ha note di frutta sottospirito e in bocca un’acidità pregnante che prolunga la persistenza. La stessa pienezza che vira quasi alla dolcezza (ma è solo una suggestione data dall’avvolgenza alcolica) è poi nel Sangiovese Superiore Riserva “Tre Anni” 2017.

Podere Vecciano di Ospedaletto di Coriano (Rn) lo abbiamo premiato nel 2005 con la sua Rebola, ma oggi lo ritroviamo con un ottimo Sangiovese Superiore "Vignalmonte" 2018 che ha la ciliegia tipica al naso e una spada di acidità di ottima persistenza. Il Sangiovese Superiore Riserva "D’Enio” 2017 offre invece profumi evoluti e animali, quindi caldi, che in bocca esprimono una finezza piacevolissima.

Con Palazzona Di Maggio siamo a Ozzano dell’Emilia (Bo) e il campione che mi ha colpito è il Sangiovese bio “Ulziano” 2019. Un naso fruttato e fine come un polvere. In bocca la perfetta interpretazione dell'annata che offre finezza, ma è anche ricco nel suo equilibrio con tannini evoluti e ben levigati. Voti alti. Il Colli di Imola Rosso (uve merlot e cabernet franc) “Dracone riserva” 2011 è l’ennesima testimonianza di un terroir che vale. Il vino è integro, nonostante i suoi 10 anni, al naso ha profondità di sottobosco con note fruttate e vegetali evolute. In bocca è generoso, pieno, con una tannicità che sostiene un bel corpo. Sorpresa!
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Il Sangiovese bio “Ulziano” di Palazzona di MaggioSpalletti si trova a Savignano sul Rubicone (Fc) e dopo aver apprezzato le sue Albana, eccoci alle prese col Sangiovese Superiore “Rocca di Ribano - Vigna della Croce” 2017, che è piacevole in bocca, benché il naso faccia sentire importanti le note di legno.

La Collina Del Tesoro è una cantina di Forlì e il suo Sangiovese Superiore “Monte Massa" 2016 mi ha dato un assaggio davvero intrigante. Spicca la frutta abbondante al naso, poi una verticalità in bocca profonda dentro ad un placido e piacevole equilibrio. Bella sorpresa. Ma ancora di più con il Sangiovese di Predappio “Nature" 2019 che ha superato di gran lunga la soglia della piena soddisfazione. E qui senti la mano capace di offrire profondità al naso, e se pensi al nome Nature, trovi corrispondenza in quelle note minerali e speziate. Ho scritto due volte la parola “piacevole” per un assaggio decisamente rappresentativo e vero. Al Forlì Rosso “Savour” 2016 non è invece riuscito il miracolo del Monte Massa, forse per un eccesso di surmaturazione delle uve che lo ha reso anche un po’ dolce.
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Il Sangiovese di Predappio “Nature" 2019 di La Collina del TesoroPoderi Morini sta a Faenza (Ra) e il suo Sangiovese Oriolo “MorAle” 2019 è iconico: per il frutto espressivo e per l’equilibro. Il Ravenna Rosso “Traicolli” 2016 ha note calde intense, in bocca è evoluto con un che di amaricante. Tenuta La Viola è una cantina di Bertinoro (Fc) e il suo Sangiovese Bertinoro "Il Colombarone" 2019 si caratterizza per i tannini gagliardi che è solo un aspetto di un Rosso che ha comunque il fascino di un generale equilibrio e di un sorso succoso. La Riserva 2017 "P. Honorii" ha sempre una stoffa importante, note di piccoli frutti e una piacevolezza immediata. Lavorano bene.

Villa Papiano, azienda a conduzione biologica che ha avuto negli anni una certa affermazione si trova a Modigliana (Fc) e il suo Sangiovese “Papesse” 2019 porta il nome di Modigliana. Un vino che ha una sua caratteristica, con quella nota di cassis mista a sentori animali complessi. È davvero piacevole in bocca, caldo, con una persistenza gustativa che si fa ricordare. Non male anche il Forlì Centesimino 2017, vino difficile da realizzare, ma questo che aveva note di amarena sottospirito, di after eight (quindi balsamico), è stato tra i due migliori assaggiati, anche se i tannini, difficili da domare, danno un vino diverso per equilibrio.
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Il Sangiovese “Papesse” 2019 di Villa PapianoDell’azienda Bissoni di Bertinoro (Fc) che è in capo alla tenace Raffaella abbiamo già detto, commentando l’assaggio della miglior Albana passita della nostra degustazione che ci ha riportato a due anni fa, quando il millesimo 2015 divenne Top Hundred. Tuttavia questa donna del vino che lavora in regime biologico ci sa fare anche coi rossi. Prova ne è il Sangiovese Bertinoro “Girapoggio” 2019 che spicca per la sua intensa profondità; in bocca ne apprezzi la verticalità esemplare, prima con l’ingresso ampio, poi con la trama dei tannini che non mollano la presa sull’essenza fruttata e sull’equilibrio di questo vino. Curiosi del Sangiovese Superiore Riserva 2017 abbiamo trovato un vino succoso di frutta sottospirito, con effluvi balsamici e una piacevolezza che per noi è la conferma che questa cantina vada indicata fra i vertici dell’interpretazione dei vini di Romagna.

Torre San Martino deve il suo nome all'antica torre di avvistamento del comune di Modigliana (Fc). Il Sangiovese Modigliana “Gemme” bio 2019 ha dalla sua la finezza, il "Vigna 1922" del 2018 della medesima denominazione ci ha colpito molto di più, quasi due mondi diversi. E se il primo peccava in lunghezza, questo è notevole nella sua espressione. Sui miei appunti ho scritto “A occhi chiusi diresti che è un vino italiano”: placido, ampio, equilibrato con qualche nota animale dentro al grande frutto. Ha toccato il vertice.

Ed eccoci ancora a Modigliana (Fc), terra benedetta, dove ci sta appassionando il confronto fra i campioni delle diverse sottozone. Qui c'è Mutiliana con i suoi tre Sangiovese tutti 2018, che sono altrettante espressioni delle valli del comune di Modigliana: Ibola, Tramazzo e Acerreta. Iniziamo dall’ottimo “Ibbola” che offre un fruttato un poco fumè; in bocca è fresco, aitante, equilibrato e molto piacevole. L’"Acereta", altrettanto gradevole in bocca, mostra le stesse note al naso, ma poi risulta un filino più corto, ma un filino intendiamoci. E sopra la soglia dei 4* si posiziona anche il "Tramazo", che è quasi vinoso al naso e poi si merita l’aggettivo di “molto” quando parlo di equilibrio. Tre Sangiovese come li vorrei sempre.
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Il Sangiovese "Ibbola" di MutilianaTenuta Casali sta invece a Mercato Saraceno (Fc) e quindi gioca con il Sangiovese San Vicinio “Vigna Baruccia” 2018 che colpisce al naso per la profondità e in bocca per l’acidità che va un po’ per conto suo. La Riserva “Quartosole” 2017 mi è invece piaciuta molto, avendo la stessa profondità al naso, con note di caffè e una promessa di complessità che poi s’è manifestata in un equilibrio spettacolare in bocca con una trama setosa ben impostata. Sul Rubicone Famoso c’è invece poco da dire.

Ed eccoci da un’altra nostra conoscenza, Chiara Condello da Predappio, che nel 2018 salì sul podio di Golosaria fra i 100 migliori vini d’Italia col Romagna Sangiovese Predappio 2015. Ora la prova col millesimo 2018 del medesimo vino che ci ha offerto note di frutta un poco speziate (siamo a Predappio!) e un che di vaniglia dentro al sorso equilibrato. Il legno Chiara lo usa anche per il Sangiovese Predappio Riserva “le Lucciole” 2018 e qui ne avverti di più l’elevazione a cominciare dalla profondità del sorso che accompagna la nota fruttata avvertita al naso.

Il Sangiovese Cesena “Caesena” 2016 di Podere Palazzo di Cesena ti invita con un profumo di visciole sotto spirito, ma non entusiasma quanto il Sangiovese Superiore Riserva “Augustus” 2017 che invece è un bijoux sugoso, con una nota di mora intensa, coerente con la concentrazione della tinta e del gusto, che si manifesta elegante, come i Sangiovese che piacciono a noi.

È poi la prima volta che ci imbattiamo nei vini della cantina Merlotta di Imola (Bo) e intorno a quel Sangiovese Superiore Riserva “Fondatori PG” 2018 abbiamo messo un cerchietto per ricordarci il piacere di quella profondità al naso fruttata che aveva una sorta di continuità anche in bocca, quasi a volersi marcare come un vino aromatico dove la ciliegia non si staccava mai. Caratteristico.

Fattoria Monticino Rosso di Imola (Bo) è una nostra cantina storica che ci ha regalato sempre delle Albana perfette, anche quest’anno. Quindi eravamo curiosi quando abbiamo visto in elenco il suo nome, alla fine di tutti gli assaggi di sapere a quale vino corrispondeva. Era un Sangiovese Superiore riserva “Frutti Rossi” 2017 e l’attesa non è stata smentita: un rosso di perfetto equilibrio, elegante, contornato da quei frutti rossi, di nome e di fatto.

Ferrucci la troviamo a Castelbolognese (Bo) e già l’abbiamo apprezzata, come cantina con le sue Albana. Ora il Sangiovese Superiore Riserva “Domus Caia” 2017 si evidenzia per la ricchezza di note speziate al naso e poi in un rosso iconico, serio, di piacevole beva.

Il Podere dell’Angelo è una cantina con vigne a Vergiano (Rn) e il Sangiovese Superiore Riserva “Luis” 2017 è un vino che ha dei numeri: fruttato intenso, verrebbe da dire, ma poi una bella pienezza in bocca che si traduce in eleganza. Il Colli di Rimini Sangiovese “Fulgor” 2019 aveva invece un fruttato più fresco, aromatico quasi di frutta dolce. In bocca ne apprezzi le note balsamiche, fresche e la piacevole espressione dei tannini.

Di Villa Bagnolo possiamo dire che io e Marco Gatti ancora ci ricordiamo quando nel 2008 premiammo il Sangiovese Superiore “Sorgara” 2006. Siamo a Castrocaro Terme (Fc) e quel vino restò memorabile. Ora ci ha presentato sempre una riserva che si chiama “Valdilà” ed è del 2015. Che dire? Quattro asterischi e due +, alla soglia del massimo, per un vino molto elegante già al naso, ricco di piccoli frutti, dove colpisce poi in bocca la pienezza, ma anche la sostanza setosa dei tannini. Che soddisfazione quando si trovano queste conferme. Anche il Forlì Rosso “Alloro” 2018 ha tanta frutta, o meglio una ciliegia tonda; e qui senti la stessa mano nel domare i tannini dentro a un sorso rotondo, sempre elegante. Il Forlì Cabernet Franc e Sauvignon 2015 “Utis” è un’altra chicca che al naso si apre con note profonde di humus fra il vegetale e il fruttato. Anche qui i tannini si fanno sentire, ma l’ampiezza che promana non inficia l’eleganza. E siccome il patron di questa azienda ha messo l’eleganza come principio, si capisce perché abbia voluto anche misurarsi con il Cabernet.
villabagnolo-ok.jpgIl Sangiovese Superiore "Valdilà" di Villa BagnoloCondé la troviamo a Fiumana (Fc) e il suo unico vino in degustazione è stato il Sangiovese Predappio riserva “Raggio Brusa” 2018 che sarà in commercio dopo l’estate. E si capisce il perché. Intanto è un vino importante con belle note di ciliegia e una finezza che si avverte già al naso. Poi in bocca ti intriga quel sorso fresco e pregnante che ha persistenza lunga.

Nei nostri elenchi Celli di Bertinoro (Fc) figura fra le cantine Top già nel 2004 con l’Albana, che viene coltivata in regime biologico. Ma qui parliamo del Sangiovese Bertinoro riserva “Bron & Ruseval” 2017 che sembra voler parlare della medesima generosità di frutta, benché diversa dalle sue Albana. Anche qui un iconico Sangiovese elegante che fa piacere assaggiare.

Fiorentini ha la cantina a Castrocaro Terme e Terra del Sole (Fc) e in degustazione si è presentato con un 2016 di Sangiovese Castrocaro Terra del Sole Riserva “Vigna dei Dottori” (ma quanto è lungo il nome?). Un vino che abbiamo trovato molto profondo e con note di spezie accanto alla frutta. Pieno in bocca con una trama di tannini presenti. Il Forlì Rosso “Viola delle Volture” 2018 (50% sangiovese, 30% cabernet sauvignon, 20% syrah) aveva una speziatura ancora più importante e note animali invitanti. Placido in bocca, chiude in maniera secca.

Il cavalier Pezzi è stato un personaggio mitico che ha scritto pagine fondamentali sulla vitivinicoltura romagnola. Alla sua Fattoria Paradiso di Bertinoro (Fc) ho conosciuto quella che si definisce una tradizione; ho bevuto per la prima volta la Canina, ma anche grandi rossi che hanno dato una prospettiva. E se mi ha commosso l’Albana dolce d’antan, anche il Sangiovese Bertinoro Riserva “Vigna delle lepri” 2014 mi ha detto tanto. Per esempio dell’elasticità nel tempo di questo rosso che aveva note molto intense di frutta rossa sotto spirito e spezie. In bocca lo senti ricco e complesso, con la pienezza tipica dei vini di Bertinoro e soprattutto di Fattoria Paradiso. Il suo finale è amaricante.
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Il Sangiovese "Vigna delle lepri" di Fattoria ParadisoEd ora eccoci in una cantina di notevole spessore che ha sposato la biodinamica e che noi già premiammo nel 2015 con il "Maramia" 2013 da uve sangiovese. Tenuta Mara sta a San Clemente nell’areale riminese e già il suo Rubicone rosato “Maramato” 2019 ha soddisfatto. Il colore è di un rosa tenue, il profumo è franco con note di frutta macerata, in particolare piccoli frutti, ribes. In bocca scende elegante e il mio commento è stato “Molto buono”. Il Rubicone Sangiovese “Guiry” 2018 mi ha colpito per la verticalità e l’ampiezza, ma il Rubicone Sangiovese “Maramia” 2018 quando ho scoperto che era suo, avendo vergato il massimo dei voti, sono stato contento, perché rappresenta una conferma. Lo senti al naso con le sue speziature animali e il suo frutto; in bocca scende elegante con quei tannini levigati alla perfezione che alla fine ti offrono un sorso di rara finezza. Bravi Giordano e Mara Emendatori!
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Il Rubicone Sangiovese "Maramia" di Tenuta MaraEd eccoci in un altro tempio storico del vino di Romagna. Umberto Cesari (azienda di Castel San Pietro Terme) è stato un precursore, un entusiasta visionario e fra i primi ha sperimentato le piccole botti, guardando soprattutto ai mercati esteri. Il figlio Gianmaria, che oggi è al timone dell’azienda prosegue il percorso rispettoso tracciato dal fondatore, ma ha idee moderne e non si scalda più di tanto quando si parla di legni. E questo è un percorso interessante di innovazione, così come la volontà di puntare decisamente sui vitigni autoctoni. Iniziamo il viaggio con il suo maestoso Rubicone Rosso “Solo” (uve merlese) dal colore rubino impenetrabile e poi con la schiettezza al naso della frutta matura e tracce di mineralità. È elegante, pieno, con un finale di humus caratteristico. Il Rubicone Sangiovese "Tauleto" è stato il cavallo di battaglia della maison e qui era in assaggio il 2014. Noi questo vino lo premiammo già nel 2003 ed era il Sangiovese Tauleto 1999, segno evidente che l’affinamento lungo è sempre stato nelle corde dei Cesari. Ora a me questo 2014 è piaciuto con la sua ciliegia fruttata e le sue note avvolgenti e suadenti al naso. In bocca i suoi tannini sono rotondi e non spigolosi, la trama è elegante, il sorso è pieno. Credo tuttavia che la sfida di Gianmaria sia concentrata in questo ultimo vino, il Rubicone Sangiovese “Resultum” 2013 che ne è espressione pura. Ha un naso pulitissimo, soave, misto a frutta e fiori, pur essendo di un’annata lontana. Senti qualcosa come il taglio del prato e quando lo metti in bocca capisci che lo devi ascoltare con attenzione, perché manifesta la sua acidità che insegue i tannini, facendoti provare il piacere di un Sangiovese come lo avresti voluto sempre conoscere.
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Il Sangiovese "Resultum" di Umberto CesariAnche Poderi Morini di Faenza risulta nei nostri vini premiati. Era il 2008 quando salì sul podio il Brut rosé “Morosé” 2006, che ci aveva colpito. Ma Alessandro Morini qui lo abbiamo ritrovato con Albana e Sangiovese. Il Sangiovese “Oriolo” MorAle 2019 colpisce per il frutto molto intenso e per il piacevole equilibrio, ma il Ravenna Rosso (uve centesimino) “Traicolli” 2016 offre in più note balsamiche.

Villa Liverzano sta a Brisighella (Ra) e dei tre assaggi, due Ravenna Rosso e un Ravenna Sangiovese “Trecento” bio 2019, è quest’ultimo che mi ha colpito. A cominciare dal naso che aveva note di cassis, ma soprattutto di kirsch. Fra gli appunti del mio taccuino, dopo aver apprezzato l’equilibrio, ho scritto: “Qui c’è una bella mano in cantina”.

Tenuta Uccellina la troviamo a Russi (Ra) e fra i vini assaggiati quello che mi è piaciuto è stato il Burson Ravenna uva Longanesi Etichetta Nera 2014. Un vino di una bella profondità con uno sviluppo di profumi terziari importante per un vino ad alta gradazione alcolica (15° gradi alc.). È avvolgente in bocca e il leit motiv restano quei frutti sotto spirito già avvertiti al naso. Chiude con una nota amaricante, per un vino d’antan che è stato bello conoscere.

Mingazzini è una cantina di Medicina (Bo) che s’è presentata prima con uno Chardonnay e poi con questo Rubicone Cabernet Sauvignon “Aljmede” senza annata che aveva un suo perché. Al naso il bouquet è di note fruttate e vegetali insieme, ma colpisce la speziatura del caffè. In bocca lo ritrovi molto elegante, equilibrato coi tannini che saltano in bocca e quella nota di caffè che non ti lascia.

La Sabbiona è una cantina di Faenza (Ra) e se il Romagna Sangiovese superiore “Rosso della Torre” 2019 ha raggiunto i 4 asterischi pieni, con quel suo rosso che aveva leggere note fumé, il vino che mi ha colpito è stato il Centesimino 2019, il migliore dei miei assaggi di questo vino che è arrivato alla soglia dei 5 asterischi. Bel colore rubino brillante al naso ha note calde, animali, su uno sfondo aromatico fruttato. Ha una piacevole rotondità in bocca, una bella ampiezza, ma soprattutto si caratterizza per quel finale finissimo e amaricante. Bravi!
la_sabbiona-centesimino-ok.jpgIl Centesimino de La Sabbiona Ed eccoci all’ultima cantina dei nostri assaggi, La Casetta Dei Frati di Modigliana (Fc) che gareggia con la sottozona Modigliana, che già ha avuto apprezzamenti in questi lunghi assaggi. Il Romagna Sangiovese Modigliana “FraMónte” 2018 è equilibrato fin dal naso che esprime bella frutta. Mentre lo assaggi pensi “Ecco l’eleganza di Modigliana!”, che poi in bocca ti fa trovare un marchio tannico ad incidere l’ampiezza fruttata del sorso. Il Colli Romagna Centrale Rosso Riserva “FraSóle” 2014 (uvaggi rossi) è piacevolmente balsamico e i suoi terziari virano sull'animale.

Ed ora, se mi avete seguito in questa lunga e appassionante degustazione, converrete che siamo di fronte a buone annate e soprattutto a un territorio sorprendente, dove c’è ancora molto da scoprire. Dove? Ma nelle varie zone, palmo dopo palmo. Può essere l’idea di vivere una vacanza diversa, scegliendo l'areale di Modigliana o di Predappio, di Oriolo o Bertinoro, oppure di Coriano o di Faenza. Partite e fateci sapere, anche perché all’appello mancano altre cantine, anche fra i Top Hundred degli anni passati, tutte da conoscere.

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