Qualità e stagionalità delle materie prime, buona cucina italiana classica e accoglienza, i plus di questo locale di Assago sempre pieno

"Le stelle Michelin? Non hanno più senso". Cosi Yotam Ottolenghi, chef filosofo, nei giorni scorsi, sul Corriere della sera, nell'intervista di Angela Frenda.

Una affermazione che, alla vigilia dell'uscita della guida francese, ha rilanciato la provocazione di qualche anno fa di Gualtiero Marchesi, quando il maestro della cucina italiana aprì il dibattito sul valore o meno dei voti della "Rossa". Accade di parlarne con due amici, ai tavoli di un locale, Kico (cascina Bazzana Superiore - 3911660456) di Assago (MI), che fra gli stellati non sará mai, ma che di "stelle", quelle che contano, ossia apprezzamento del pubblico e tavoli pieni pranzo e cena, ne ha "tre", cioè top.

Il ristorante ha sale ampie, arredate in modo semplice, ma curato. Il personale in sala sotto lo sguardo attento dei titolari viaggia veloce. In cucina operano sei chef...avete letto bene. Perché qui i coperti son anche un centinaio, e il segreto per cui la clientela è soddisfatta e quasi tutta di habitué (con un gran numero di manager importanti, e dal palato esigente) sta nel fatto che i piatti son quelli della cucina classica italiana e le materie prime di grande qualitá. Della serie. Nessuno fa il fenomeno, ma qui si sta bene.

E allora via con gli antipasti, che ciascuno si potrà scegliere tra le proposte del giorno esposte sui tavoli in mezzo alla sala. Fa molto anni sessanta, ma freschezza e gusto di quello che sceglierete vi sorprenderanno. Così come la zuppa di ceci con cui potrete iniziare, o il tonno con i porcini che potrete avere come secondo, non saranno piatti di creatività spinta, ma di impeccabile esecuzione sì. Chiuderete con un tiramisù di ottima fattura questa sosta, non "stellata", ma di indiscutibile, sapiente, soddisfazione.

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