Nel biellese una sosta storica della nostra guida con un menu originale che scommette sulla qualità

Il Faggio (via Oremo, 54 - tel. 01561252) è una vecchia gradevole conoscenza della nostra guida. Pollone è famoso per tante cose: per il parco della Burcina, per Pier Giorgio Frassati, il cui oratorio era proprio nei locali di questo arioso, elegante, piacevole ristorante, che ci ha stupito ancora una volta.

Il patron Luigi Zanone ha fatto una scelta di campo per i prodotti di qualità e lo si evince dagli assaggi di salumi e formaggio (da Mauro Albertini al caseificio Rosso, new entry del Golosario). Ma quello che stupisce è quanto questo locale sia capace di accompagnare l’ascesa dei vini del Biellese, che stanno vivendo una stagione felice. Nella sua carta ci sono tutti. Ed è uno spasso, assicurato.

Per il resto, il menu è originale e il clima dell’ampia sala, divisa in spazi anche raccolti è di festa. Hanno una proposta di due menu degustazione per tutto il tavolo, a 45 e a 60 euro. Altrimenti alla carta c’è il pesce crudo in tre portate, il polpo grigliato con burrata e salsa di pomodori verdi, delle strepitose foglie di fassone con mousse di sedano rapa, verdure croccanti e colatura di alici. Bravissimo ad inserire un piatto raro come la “variazione di verdure invernali”. Ma che buone le lumache in umido con crema di polenta integrale e spuma di prezzemolo. Fra i primi, per nessuna ragione al mondo perdetevi i ravioli ripieni di faraona, fantastici. Ma ci sono anche gli ottimi tortelli di baccalà su crema di porri e bottarga di muggine, le tagliatelle alla farina di castagne, quaglie stufate alle spugnole, a segnare l’originalità di questa cucina, con cui da sempre si distingue. Qui il risotto è mantecato alla zucca e fonduta di caprino al timo, e gli spaghetti sono quelli di Benedetto Cavalieri alla polpa di ricci e guazzetto di cicale. Ai secondi, carne con fassone piemontese in tutti i modi, i tre tagli di coniglio disossato al profumo di rosmarino, oppure la coscia e il petto di piccione farcito al foie gras e uvetta. Per il pesce c’è un piatto nomitato “il mare nel piatto” con cous cous e verdure oppure un trancio di pesce con crema di cardi e ristretto all’aglio. Non rimane che affidarsi ai dolci, al termine: bavarese di castagne, soffiato di cioccolato fondente gelato ai pistacchi e gelatina di miele di castagno e zenzero.

Una sosta felice, anzi radiosa. Che merita il viaggio.

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