È crescita continua, nel campo dell'eccellenza, quella di Davide Oldani e della sua squadra, e il risultato è un'esperienza di gusto memorabile
È sempre una sorpresa. Ogni volta, quando si torna, si scoprono passi in avanti. Se c’è un locale dove si capisce che anche nell’eccellenza si può crescere, migliorare sempre, non cullarsi sugli allori, questo è il D’O (fraz. S.Pietro all'Olmo - piazza della chiesa 14 - tel. 029362209) di Cornaredo (Mi), creatura di Davide Oldani.
Ha esordito come trattoria di paese. Agli inizi è stato il piccolo “laboratorio” da cui è partita la rivoluzione della “cucina Pop”. A farne un caso che è arrivato a essere studiato perfino ad Harvard, il fatto che i pochi metri quadri della cucina fossero il cuore della prima “trattoria a tre stelle” del mondo, ossia un locale dall’ambiente trattoriesco, appunto, ma con piatti da sogno, visto che ai fornelli, a operare gomito a gomito, erano giovani talentuosi con alle spalle esperienze nei tre stelle più celebri del mondo, a cominciare dai ristoranti del numero uno della cucina mondiale, “roi” Alain Ducasse. Quindi un decennio di successi, sempre in crescendo. Fino alla svolta dell’anno scorso.
L’ennesimo, sorprendente, passo in avanti. Addio alle due salette del “primo” D’O. Sulla piazza che è a due passi, di fronte a Municipio e Chiesa, un nuovo “D’O”, un ristorante di affascinante bellezza, dalle grandi vetrate, dove ogni dettaglio, dalla stupenda cucina, ai tavoli e agli arredi di design, fino al più piccolo particolare, che siano i coltelli della somma coltelleria Giglio di Scarperia o il cavalluccio in cuoio di pregevole artigianato che viene consegnato al guardaroba, tutto, ma proprio tutto è pensato per far vivere un’esperienza da ricordare. Arrivati? Tutto a posto? Niente affatto. In questi giorni, l’ennesima, emozionante, esperienza, che ci ha fatto registrare ulteriori, sorprendenti – perché a questi livelli, migliorarsi è come per un atleta battere un record – segnali di crescita.
Sotto la regia dei fuoriclasse Alessandro Procopio e Vladimiro Nava, la squadra di giovani talenti (a cui Oldani ha dato la chance di andare a fare esperienze dai più grandi, con la soddisfazione di vederli rientrare tutti, indice di quale esperienza si viva oggi qui) si muove come un’orchestra, in sintonia perfetta con la sala diretta dal grande Davide Novati. L’esito è una vena creativa mai così viva e una interpretazione che è mix di tecnica e fantasia davvero magistrale, con piatti che, liberi ormai dal confine del Pop, si collocano in modo luminoso, nella grande cucina.
Con i vini suggeriti da Manuele Pirovano, sommelier di razza, dopo i geniali amouse bouche (per cui addirittura son stati progettati e realizzati piatti ad hoc), tra le ultime creazioni, sempre nel segno della stagionalità, un capolavoro Asparago – cotto crudo e tuorlo vegetale al sale, elegante Zucchina – Frangipane sardina e pinoli ghiacciati. Poi due piatti tra i migliori mangiati quest’anno, Vongole – Rapprese patate viola acqua di mare e riso e “Pasta ripiena: da nord a sud”, straghiotto viaggio che inizia con l’agnolotto piemontese e, attraversata l’Italia delle paste ripiene, si chiude con i culurgiones sardi. Rivoluzionaria la versione del Salmone selvaggio, che, proposto con acetosella e Porto, al palato lascia stupefatti per la sua delicatezza, una goduria Galletto – Alla Marengo e gamberi. Si chiude con Mela – Torta da bere e biscotto al mou, e piccola pasticceria (tra cui, vi lasciamo la sorpresa di scoprire una chicca al lardo, sì avete letto bene! è strepitosa sintesi del lavoro di ricerca e del gusto che si trova qui oggi!). Stretta come un abito in cui un giovane è cresciuto dentro, la stellina striminzita che la Michelin assegna da anni al 'D'O - a quando le due? - realtà che porta in modo regale la Corona del nostro GattiMassobrio perché vera eccellenza, e di caratura internazionale! Invidiosi, mediocri, malelingue, se ne facciano una ragione. Oldani e il D'O, un orgoglio italiano.