Con Marco Carminati, il nuovo corso di un'osteria storica di Bergamo, dove la tradizione è in tavola, con una interessante selezione di vini al bicchiere

"In questa Antica Osteria dei Tre Gobbi coi più celebrati artisti del suo tempo Gaetano Donizetti veniva a ritemprare lo spirito affaticato nella fraterna amicizia di Michele Bettinelli, umile taverniere, anima d'artista"

Questa la targa che campeggia nella sala della Antica Trattoria dei Tre Gobbi (Via Broseta 20 -tel. 035243405) di Bergamo, una storia affascinante plurisecolare, luogo del cuore di Gaetano Donizetti, morto nel 1848, che qui vi giocava a bocce, e vi trascorreva ore felici in compagnia dell'amico Michele Bettinelli, che tenne l'esercizio dai primi dell'Ottocento fino al 1860.

Oggi questo indirizzo del cuore, vive una stagione di rilancio, grazie all'arrivo alla guida di Marco Carminati, una laurea in ingegneria nel cassetto, centinaia di soste nei migliori ristoranti di tutto il mondo a dire del suo amore per la cucina, chef patron dalla passione smisurata per il gusto, con tanta voglia di far bene.
L'ambiente è piacevolmente trattoriesco, con gli antoni di chiusura in ferro e ghisa, la zona bar appena oltre l'ingresso, dove gli habitué indugiano bevendo un bicchiere o un caffè insieme, poi la sala con le travi a vista, la saletta per cene riservate, il dehors, in questa stagione un incanto.

Tra sala e fornelli una bella squadra, con Ilenia Duzioni che dirige con sorriso e competenza lo staff che si occupa del servizio e Luca Scarpellini, che con mano felice, affianca in cucina Marco Carminati, seguendo anche i due giovani aiuti. Tutti i giorni, ad affiancare la carta dei vini, una proposta al bicchiere invitante.

In tavola, salumi (prosciutto di Parma Roliano 30 mesi, mortadella Palmieri, prosciutto affumicato di Bianchi e pancettone stagionato 24 mesi di Magri), stagionature di salame bergamasco con polenta, foie gras "etico" con pan brioche caldo confettura di fichi e Aceto Balsamico Tradizionale di Modena o quinto quarto del giorno (nel nostro caso lingua salmistrata).
Poi "casoncelli di mamma e papà" o risotto affumicato alla ricotta polvere di cavolo rosso e capesante al burro. Quindi anatra in bouillabaisse gelatina al Campari agretti e chips di polenta o pescato del giorno.
Cremoso alla nocciola sablè al cocco e granita al cioccolato a chiudere una sosta in un locale che, con il nuovo corso, segna la riscossa di un indirizzo storico della città.

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