Nei pressi dell'Arco della Pace, un'osteria "come una volta": tavola semplice e famigliare nel segno del low cost

La ristorazione di Milano oggi? Grandi ristoranti e ristoranti. Trattorie di lusso e trattorie. E poi, wine bar, pizzerie e locali dalla formula innovativa. E le osterie? Scomparse? Cancellate dall'avanzata della nuova generazione di bar che offre anche piatti unici e panini a prezzi modici? Certo, a guardare il panorama dell'offerta gastronomica milanese, la grande assente sembra lei, l'Osteria. La tavola quotidiana e famigliare, che fino a qualche anno fa, con poche lire (dobbiamo per forza andare nel secolo scorso, prima dell'avvento dell'euro), sfamava in modo dignitoso professionisti e operai, personaggi danarosi e gente con pochi spiccioli in tasca.

Qualche rara, rarissima, eccezione, resiste. Tra le mosche bianche della tipologia, la Rava e la fava (via Principe Eugenio 28 - tel. 0233602175). Siete a due passi da Arco della Pace e Cimitero Monumentale. A pranzo, entra uno ed esce un altro, con tavoli in cui si mangia "vicini-vicini", e dehors che nei giorni di pioggia è coperto da telone in plastica cerata trasparente, per assicurare una ventina di coperti in più, giacché, all'interno, la saletta mignon, più di quelli che ospita dando l'impressione di scoppiare, non può accogliere. Poche le bottiglie, con qualche nome noto e qualche buona etichetta.

Molteplici le formule menu, tutte nel segno del low cost, per andar incontro alle molteplici e diverse esigenze. Per capirsi. A mezzogiorno a 6 euro, menu che assicura uno dei piatti del giorno segnalato nella caratteristica lavagnetta, il giovedì piatto di pasta fresca, venerdì di pesce, oppure menu completo a pranzo a 12 con primo secondo con contorno acqua e caffè. Come ogni osteria che si rispetti, il plus è dato dagli "osti" e qui, i Cagnetta sono osti veri, e anche se la clientela affollerà a più non posso il localino, uscirete contenti: marito e moglie hanno l'accoglienza nel sangue e non vi perderanno di vista un secondo. Nel solco della cucina piemontese (perché Clarissa ha papà croato ma mamma e origini in Piemonte) gusterete carpaccio di Fassone piemontese o tomino con verdure, poi tajarin Bra e nocciole o risotto al tris di formaggi piemontesi, cotoletta alla milanese con patate al forno o insalata di piovra, torcetti con crema al mascarpone o un buon bonet a chiudere.

Semplice semplice. Come a casa. Spendendo meno che in pizzeria o in un bar. Per questo uscirete pensando che la gente che affolla il locale viene qui ogni giorno perché le osterie come tavola quotidiana non eran poi così male.

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