Ideale per gli ipernutriti, dalla rapa rosea a quella bianca di Caprauna

Cavar sangue da una rapa? Impresa impossibile, quasi a dire che questo ortaggio non ha sostanza, gusto. E invece no. Alzi la mano chi è patito della rapa. Noi ci siamo. Un tempo era principe nella dieta del freddo, avendo in sé, la rapa, alcune sostanze naturali che aiutano a combattere i classici malanni di stagione. È infatti la natura stessa che provvede grazie alla famiglia, ampia, delle Brassicacee, che comprende cavoli, broccoli, cavolfiori, cime di rapa e, naturalmente rape. Queste ultime sono coltivate per la radice di forma tondeggiante, ricoperta da una pellicina di colore rosso-violaceo, con l’interno a pasta bianca dal gusto leggermente dolciastro. Largamente utilizzata dai greci e dai romani, fino alla scoperta della patata la rapa è stata un’importante fonte di sostentamento per molti popoli antichi, soprattutto agricoltori e contadini. Purtroppo le rape hanno un valore nutritivo piuttosto scarso: sono composte per lo più di acqua, contengono alcuni sali minerali e pochissime vitamine, eccetto la vitamina C (in tempi di ipernutrizione sembrano perfette). Per la notevole presenza di cellulosa, tuttavia, la rapa risulta difficilmente digeribile, anche se vanta un vasto impiego nella preparazione di minestre, zuppe e risotti, ed entra nella composizione della giardiniera oltre ad essere il principale ingrediente della brovada, piatto tipico friulano. Le rape possono essere anche gratinate al forno e si prestano come ottimo contorno per le carni.

In Piemonte se ne coltiva una varietà particolare: la rapa di Caprauna, dall’omonimo Comune in provincia di Cuneo. È grande, dolce e dalla pasta di colore bianco tendente al giallo, dal sapore particolarmente delicato. Viene impiegata per la bagna caoda e con gli sciancui, una pasta simile ai maltagliati.

Come si scelgono le rape? Si devono prediligere quelle più piccole, facendo attenzione alla buccia, che sia lucida e liscia, non macchiata o rotta e nemmeno raggrinzita. Dal momento che contengono molta acqua si deteriorano rapidamente, pertanto si consiglia di conservarle in frigo non oltre una settimana.

Poi fate come noi: tagliatele a cubetti, in modo che mantengano la croccantezza in bocca e fatele saltare in un pentolino con olio extravergine di oliva, acciughe, un mezzo spicchio di aglio e un tocco di aceto di vino finale. Con un buon pane, sarà una festa!

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