Andrea Bozzato propone una cucina veneta in chiave moderna in un contesto che offre ogni comfort

La Posa degli Agri (Via Orsaretto, 4 - tel. 049 977 2532) è un piacevole resort immerso nel verde della quieta campagna nella “bassa” padovana (a Polverara).

La ristorazione è affidata al giovane Andrea Bozzato, cuoco sensibile e attento alla biodiversità in un luogo dalle caratteristiche strategiche che nel raggio di pochi chilometri offre una ricca varietà di ingredienti sia di terra sia di mare. Qui si può assaporare una cucina veneta in chiave moderna, in un contesto che offre ogni comfort.

Cenare sotto il portico che si apre sul giardino è un'esperienza di grande fascino, con un personale di sala tanto simpatico quanto quasi fin troppo presente. Una dopo l'altra si gustano le piccole attenzioni di benvenuto che anticipano il menu degustazione a mano libera di 7 portate: un morbido panino cotto a vapore e foderato di una dolcissima coppa di Montagnana e la tartelletta di carote arrostite con tagete. 

L’incipit del percorso è il Tramezzino di baccalà, piatto icona di Andrea e boccone indimenticabile: croccante, cremoso, sapido, agrodolce, di ruffiana piacevolezza a 360°. Buono il crudo di asino, accompagnato da semi croccanti e da una salsa alle erbe aromatiche estive che sprigiona in bocca una ventata di essenze. La melanzana caramellata alla brace con insalata riccia, pesca e granita di Parmigiano Reggiano ci traghetta verso i primi piatti in una piacevole nota rinfrescante nell'afa estiva. Delicato il risotto alle zucchine gialle e senape con spuma di burrata, mentre accende la memoria del palato un piatto che richiama al palato il sapore nitido dell'aia: tortelli di pollo, acquarelli e spuma di gallina. Il piacere della memoria della cucina di tradizione, un vero amarcord nel passato del Veneto.

La cena prosegue con barbone croccante, saor e cetriolo, ingredienti di schietta freschezza. Pre-dessert è un gelato alla lavanda, con fico e la sua composta. Pollini e pistilli, miele, orzo, riso e camomilla è il dolce preparato al tavolo dallo chef con gesti misurati e carichi di pathos: le nari si riempiono di fragranti essenze di prati ed erbe profumate, mescolati a fiori dal dolce calice, proprio quelli che, golosi ricordi, succhiavamo da bimbi nelle passeggiate campestri. Merita anche la torta di rose, dolce lievitato avvolto a spirale proposto con un insolito zabaione all’estragone, di elegante suadenza.

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