A Torino, al 37 piano del Grattacielo Intesa Sanpaolo, gli ottimi cocktail di Mirko Turconi

Lo avevamo conosciuto sui Navigli di Milano, al Mag. Lo ritroviamo a Torino, nel lounge bar più alto di Italia. È Mirko Turconi, uno dei barman più bravi di Italia, che da qualche mese ha trovato casa al 37 piano del Grattacielo Intesa Sanpaolo (corso Inghilterra, 3) progettato da Renzo Piano. E il locale ha subito fatto il botto. Sempre pieno.

Sarà la curiosità di salire fino in cima - meno di 30 secondi dura l'ascesa con l'ascensore – per ammirare la città da una panoramica inedita e vertiginosa. Sarà perché è molto fashion e metropolitano sorseggiare un drink all'altezza delle nuvole. Ma soprattutto perché i cocktail di Turconi sono una vera garanzia. Fatto sta che alla reception la coda è abitudine quotidiana.

Giunti in cima, nella serra bioclimatica che è l'involucro anche, due piani sotto ma nessuna soletta a dividerli, del ristorante Piano 35 di Ivan Milani (ecco la recensione di Paolo Massobrio, ed ecco perché il locale di Turconi si chiama 35 anziché 37: è la naturale estensione del ristorante) bisogna per prima cosa prendere confidenza con la struttura di vetro ed acciaio. Una passerella percorre tutto il perimetro del grattacielo, permettendo una visione praticamente a 360 gradi. Una visuale che è bella tanto di giorno quanto di notte, ma è nel momento del tramonto che diventa irresistibile. Poi, bisogna provare i drink.

Turconi ha tecnica e idee e sa maneggiare con bravura qualsiasi variazione. Ma è soprattutto sull'asse del whisky, del gin e dei grandi classici che trova la sua cifra perfetta. La carta è piuttosto agile. Meno di 20 drink (prezzo € 12) che sintetizzano le tendenze del bere miscelato, con attenzione ai prodotti piemontesi e, più in generale, della tradizione italiana, erbe e spezie comprese. Ma il cocktail per sua natura è miscelazione. Ecco dunque il Tonico Selvaggio, dove i gusti selvaggi della Sardegna incontrano quelli del Messico: la freschezza verde ed erbacea del Mezcal trova omogeneità con il mirto bianco e la confettura ai fichi d'india. A fianco, qualche fettina di pecorino sardo: perfetto abbinamento.

Oppure l'eccellente Smoked Flower, che Turconi descrive come un “drink invecchiato in un campo di fiori”. È un mix di scotch whisky, vermouth Dopo Teatro Cocchi, Sherry Pedro Ximenez, liquore ai fiori, bitters Burlesque. Secco, armonico, complesso, persistente, con quel tocco di una ciliegia affumicata al tabacco da pipa sul fondo del bicchiere che prolunga ancora i sentori del cocktail.

Ma ha grande successo anche lo Spritz #37, la versione in bottiglia, rivista e rinforzata, del famoso aperitivo italiano. L'aperol è ridotto con spezie, c'è dello sciroppo di Champagne, liquore al lampone, gin Tanqueray, soda agli agrumi, acido citrico e bitter all'arancio: decisamente più corposo e complesso, senza però perdere di bevibilità.

E poi, l'Over the Clouds, un Manhattan da bere con la testa fra le nuvole, o il Mi.To del Julep, o ancora l'Old Pessioned, versione torinese dell'Old Fashioned, e il Fiore Amaro, che è "un Negroni a passeggio tra le valli piemontesi".

Per chi non beve (ma è un peccato, eh), ci sono una piccola selezione di vini, le birre artigianali del birrificio alessandrino Canediguerra e qualche succo di frutta. In accompagnamento (si pagano a parte) piccoli assaggi o buone focacce farcite. Un posto che merita.

Piano 35
aperto dalle 18 alle 24
chiuso domenica

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