Un capolavoro, l’avventura della famiglia Crippa, che, vicino a Lecco, a due passi da Montevecchia, in pochi anni, ha ridato vita a un territorio e rivitalizzato l’economia di un angolo di Paradiso

Sono esperienze come queste che fanno essere orgogliosi di essere italiani. Sono avventure imprenditoriali di questa bellezza che cambiano la storia dei territori. Sono follie che si spiegano solo con le parole amore e passione (per le radici e per la terra in cui si è nati), che possono portare a risultati tanto grandi da risultare inimmaginabili per chi  è abituato a vivere secondo la misura meschina del proprio tornaconto. Sono vite così, che con la loro grandezza, ti contagiano con la parola speranza, e ti dicono che vale la pena ancora credere nel nostro paese. C’è una Silicon Valley, in provincia di Lecco. La sua rivoluzione, però, non è figlia di computer, software, reti o social network, ma di lavoro nei campi, vigneti, cultura e bellezza. Gli Steve Jobs, Bill Gates, Steve Wozniak e Mark Zuckemberg del lecchese, di nome fanno Giordano, Mina, Claudia e Clara. Di cognome Crippa. Perché ha la stessa forza visionaria, quello che ha avviato e sta portando avanti questa famiglia con la sua La Costa (via Curone, 15 – tel. 0395312218), realtà a cui si deve la rinascita di un intero territorio. Sembra una fiaba, la loro vita. 

È il 1992 quando papà Giordano, imprenditore famoso, invece di godersi il successo, per quell’affascinante principio di “restituzione”, che per i più grandi si traduce nel voler dare sapendo di avere molto ricevuto dalla vita, si rimette in gioco. È nato a Perego. Alle spalle del suo paese c’è una terra scampata chissà come alla cementificazione selvaggia, che con colline e vallette va fino a Montevecchia. C’è un però: tutto è tristemente in abbandono. I terreni sono incolti da decenni, le cascine diroccate. Con atto di “amorosa follia”, acquistate terre e strutture, i Crippa iniziano un’avventura che, attraverso l’impianto delle vigne e ristrutturazioni di rara sapienza delle cascine, dà vita a La Costa, ossia a una realtà che oggi è accoglienza, con l’attività agrituristica e otto bellissimi appartamenti. È “Quarter Horses”, con Clara che segue l’allevamento di cavalli. È cantina (se ne occupano papà Giordano e la figlia Claudia) con vini d’eccellenza (sono nostri Top Hundred). In proposito va detto che sul loro esempio, in questi anni, molti, e soprattutto giovani, han deciso di mettersi a fare vino. E che la loro capacità di coinvolgere altri, ha voluto dire il riconoscimento dell’Igt Terre Lariane e la creazione di un consorzio tra produttori (all’inizio eran sette, oggi sono oltre trenta!). Ed è ristorazione, con mamma Mina e Marco Mori, chef di grande talento, che nelle suggestive “Galbusera Nera” e “Scarpata” propongono, cucina tradizionale classica e di ricerca, tutt’e due nel segno del territorio. Sì, non sorprenda. La struttura è agrituristica, ma l'amore al gusto, al bello e la passione del dare gioia, ha fatto sì che utilizzando i prodotti dell'azienda e dei piccoli artigiani dei dintorni, sian state pensate nelle due cascine, proposte di percorsi gastronomici differenti, in modo da soddisfare qualsiasi attesa degli ospiti.

Chi ama i piatti tradizionali, in compagnia, a "Galbusera nera" avrà antipasto della cascina con salumi pesce in carpione peperonata brianzola, risotto alle verdure, ravioli ripieni di carne, agnellone di pecora brianzola arrosto, pesche in chicchera o pan de mej.

Chi apprezza la cucina d'autore, alla "Scarpata", potrà  gustarla nella saletta piena di charme, nell'interpretazione del talentuoso "Moris", il soprannome dello chef. Per voi spaghetti fritti con pomodoro basilico e ricotta infornata, panzanella arricchita e latte di cetriolo, tartare di salmerino e salsa di spinaci selvatici frolla e cacao salato frutti di bosco, bernese di barbabietola cetrioli al gin tonic e pancia di maiale, cous cous di lavarello, ravioli ripieni di fondo di faraona polpette di faraona spuma di patate all'arancia e salsa alle erbe del Parco, punta di vitello crema di piselli salsa romesco e fondo al San Giobbe, pesche e basilico. Il gusto della vita!

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