Se da un lato le avanguardie stellate e i locali schiettamente popolari mantengono una propria distintività, forse i locali che si posizionano tra questi due estremi sono quelli che hanno maggiormente risentito della crisi che, ricordiamolo, non ha impattato temporaneamente le nostri abitudini ma le ha proprio cambiate. Quindi è ancora più commovente quando si trovano locali che, forti delle proprie convinzioni e della propria storia, mantengono una linea solida e senza compromessi, collocandosi proprio in quella fascia intermedia dove trovi piatti della tradizione, ma dove puoi divertirti con materie prime d’eccellenza ben oltre il territorio, insomma ambizioni da ristorante in un contesto da osteria, quelle che vengono chiamate trattorie di lusso. Uno di questi locali è l’Osteria del Mirasole a San Giovanni in Persiceto (Via Giacomo Matteotti 17/a – tel. 051821273), nella provincia bolognese, piccolo ristorante raffinato, intimo, che durante l’estate si apre ad un giardino dall’aria fatata. È qui che Franco Cimini – uomo dai tratti austeri ma se ci parlate si rivelerà il contrario – ha costruito, coadiuvato da moglie e figli, il suo regno culinario, fatto di tradizioni, innovazioni calibrate, curiosità. Insomma una famiglia al servizio di una clientela affezionata, che ama il territorio, ma che non disdegna (anzi) proposte innovative con materie prime ricercate, ma sempre in un contesto informale.

Le tagliatelle all’antico ragù di cortile (con le frattaglie del pollo) e i tortellini con la panna di affioramento sono due di quei piatti per cui vale la pena venire al Mirasole: lusso ed opulenza! In apertura grandi salumi oppure altre proposte dove vince ancora l’eleganza, come nelle acciughe del Cantabrico con pane e burro o nello stoccafisso mantecato con polenta fritta. Fra gli altri primi piatti, oltre ai campioni già citati, segnaliamo le lasagne verdi alla Bolognese, le linguine ajo ojo e peperoncini con i lumachini e il risotto mantecato ai tre bianchi (burro, parmigiano 36 mesi e panna!).

I secondi sono di prevalenza carnivora, oltre al coniglio alla cacciatora e la perfetta (nella sua semplicità) faraona alla cenere, molto buone le animelle di vitello oppure due proposte per gli appassionati del genere: cervella fritte e coratella d’abbacchio! Infine non mancano pregiate carni da fare alla brace che Franco valorizzerà con cotture esemplari. In conclusione dolci d’obbligo: crema bruciata e biscotti con lo zabaione (perfetto nel bilanciamento fra alcol, sale, zucchero). Carta dei vini istituzionale.

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