A Milano, un baluardo di sapori e profumi autentici dove chi ama la cucina di mare si lecca i baffi!

Da leccarsi i baffi! Non mi ricordavo più che sensazione meravigliosa, di appagamento, di soddisfazione, di gusto, dà, un pranzo dove chi cucina non fa il fenomeno, autocompiacendosi di “acidità” (la moda incubo del momento), sferificazioni, e giochetti di prestigio come “carota non carota”, “la terra che voleva essere cioccolato” e altri cazzeggi simili, ma ha a cuore che ad essere compiaciuto, felice, sia il cliente.
Credevo fosse un sogno avere nel piatto non un’ “insalata di mare che non è un’insalata di mare”, ma un’insalata di mare autentica, golosa, realizzata come ha da essere, piuttosto che altre specialità della nostra tradizione marinara, che, con buona pace di tutti, quando sono eseguite con mano felice, materie prime di valore, e cuore grande così, sono una goduria che non ha eguali al mondo. Per fortuna era tutto vero. E se da un lato ho gioito che a raccontare la vera ristorazione italiana ci sia la nostra Guida “IlGolosarioRistoranti – GattiMassobrio”, perché, voce fuori dal coro, è l’unica a dare spazio a quelli che sono i campioni veri del gusto del Bel Paese, che, perlopiù operano in trattorie o osterie, quei locali che, certa critica, guarda caso, snobba. Dall’altra mi son reso conto che nulla è contro la nostra gloriosa tradizione gastronomica, quanto quel circo Barnum che, ahinoi, tanto piace a quei cuochi, ops..a quegli chef, che tutto fanno pur di avere un minuto di notorietà.

E allora viva luoghi con l’anima come Leo (via Trivulzio 26 - ang. via Fontanesi – tel. 0240071445) di Milano, tavola pesciolosa d’eccellenza, con le salette dall’atmosfera piacevolmente trattoriesca e famigliare, da quasi mezzo secolo, pronte ad accogliere mezzogiorno e sera la clientela. Mamma Manuela è splendida padrona di cassa, mentre Papà Giuseppe, per tutti Pino, è grande cuoco, e quotidianamente sceglie le ricette da eseguire, dopo aver visto il pescato del giorno. Ai fornelli, al suo fianco (per fortuna, diciamo noi), Vincenzo, il figlio, talentuoso e dal sicuro futuro di successo, che a sua volta, non insegue mode insensate, ma mette la sua bravura e la sua fantasia, nel realizzare i piatti che sceglie di fare con il padre. Il risultato è una sequenza di golosità da andar giù di testa, a partire da quei calamari in umido che è uno degli antipasti con cui vi consigliamo di iniziare, e che son ghiottoneria che valgono il viaggio. Ma da non perdere anche frutti di mare e crostacei crudi o cotti.

Poi di primo, spaghetti, proposti in diversi modi, e con condimenti abbondanti (evviva!), tra cui meritano gli spaghetti calamaretti e scampi. Una chicca? Gli spaghetti aglio olio e peperoncino. Sì, avete letto bene. Quella specialità gloriosa della nostra storia che nessuno fa più, e che qui, invece, fanno così bene, tanto da creare dipendenza (certi clienti dicono “il solito”, a intendere questo piatto).

Tra i secondi, un altro must del locale, il fritto misto di paranza, e ancora golosi scamponi, gamberoni, calamari e triglie alla griglia, pesci al forno con patate o carciofi. Crème caramel o mousse ai frutti di bosco fatti in casa a chiudere.

A un tavolo vicino al nostro, un signore con gli occhi a mandorla, orientale, seduto davanti a noi, ha goduto come un pazzo e prima di uscire ha commentato che «cucina italiana “vela” (vera) è più buona del mondo». Non ha ragione? Uscirete con tanta voglia di tornare, anche perché il conto sarà di rara moderazione!

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