Ottima la cucina della giovane brigata del Santa Chiara di Turi

Quando arrivi a Manduria provi un senso di contraddizione fra la periferia un po’ disordinata e il centro cittadino che trasuda storia ed è ricco di chiese, compresa una in costruzione dedicata a don Bosco. Dopo Sava, che è un altro centro che prospetta meno povertà rispetto ai paesi precedenti, arrivando da Taranto, Manduria ti fa respirare il senso di una città del vino con vigneti a spalliera, a tendone e ad alberello che si alternano man mano che avanzi. Ma la Masseria della famiglia Vespa è fuori dal centro storico, anche qui in un percorso di qualche chilometro fra una campagna aperta e qualche masseria.

Questa, dove hanno creato un bellissimo relais è della seconda metà del Cinquecento e vagando per le strade di campagna se ne intuisce la funzione storica: ricovero di strumenti, animali e maestranze agricole dedite alla coltivazione, sicuramente della vite. Ma in realtà è stata la residenza della famiglia Troiani che poi la donò, nel 1674, alle monache benedettine di Casalinuovo. Dal 2015 è di proprietà della famiglia Vespa che nel 2017 ha completato il restauro conservativo. Siamo nella patria dedicata al Primitivo, vitigno che regala eleganza ai vini in purezza, ma che ne ha regalata molta anche ai vini del Nord che ben si apparentavano.
terregiunte.jpgBruno Vespa ad esempio, ha voluto evocare questa faccenda creando un vino, insieme all’enologo Riccardo Cotarella, che porta il nome di Terregiunte, joint venture fra Vespavignaioli e Masi. È un blend di corvina, corvinone, rondinella e altre utilizzate per produrre l’Amarone con l’aggiunta di primitivo, appunto. Ha colore porpora, note ferrose da cui poi esce una sinfonia di viola. Un vino diritto di grandissima eleganza e un’acidità che si sviluppa in fondo al sorso dopo l’abbraccio alcolico. Senti le recie dell’appassimento con un ché di frutta secca, ma la vittoria è quella dell’assoluta eleganza. Un vino che è in carta del ristorante Santa Chiara a Li Reni, insieme agli altri della maison, ma anche a una sequenza di etichette note (Anselmi, Fino…) che denotano la passione di Bruno Vespa per il vino.
masseria1.jpgL’arrivo alla masseria mostra tutta la sua bella antichità nel corpo centrale, dove c’è una corte ampia di 500 mq, alberi da frutto ben curati. La sala centrale è una goduria di eleganza, di luci e di bellissimo design: accanto la sala ristorante interna, raccolta, e poi quella delle colazioni, entrambi adiacenti alla cucina. Superate due volte di pietra antica si esce dalla corte e a destra c’è una prima sequenza di camere, a sinistra ci si immette nella piscina piccola. Usciti dal concentrico della masseria, invece c’è la piscina grande e una teoria di agrumeti, ulivi, piante officinali che profumano l’aria. Da qui, in mezzo a tanto verde, si aprono stradine sterrate che portano nelle junior suite e nelle suite (sono 13 e tutte portano i nomi dei vini della maison). Ogni camera è un unicum, con una vasca idromassaggio quadrata che dà su un solarium. La nostra, Terre Bianche, era divisa da ampie tende in due spazi, con due bagni, due televisori e l’ingresso ti mostra subito quello specchio d’acqua pronto per un bagno rigenerante. I letti sono comodissimi e l’abbinamento qui sarà con il silenzio assoluto di questa campagna.


Sarà bello oziare in piscina, prima di recarsi a cena, allestita nella grande corte. In cucina, c’è il giovane Sergio Traversa, che guida una brigata di altri giovani entusiasti, sotto i trent’anni come lui (in foto Roberto De Cane e Stefano Soloperto). Si inizia la cena con un bicchiere di brut Noitre da uve neagroamaro e un paio di amuse bouche. Pane e grissini saranno ottimi.
masseria_li_reni_brigata.jpgFra gli antipasti abbiamo assaggiato “Come una parmigiana” (18 euro) bella da vedere e buona da gustare e poi l’uovo bio 64° con pappa al pomodoro e spuma di pecorino (20 euro) dove l’uovo meritava una cottura dell’albume più completa. Questo accanto a tacos di tonno, carpaccio di ricciola o di gambero rosso di Gallipoli. Fra i primi saranno da ordinare assolutamente le orecchiette al pomodoro in cinque consistenze (20 euro), davvero buone, accanto ai tortelli ripieni di stracciatella affumicata e sauté di frutti di mare (25 euro) o cavatellino con sfilacciato di Podolica e fonduta di caciocavallo. E su questi primi ci sta davvero bene quel Bianco che somiglia a un rosso, il Donna Augusta, ultimo nato della maison da un uvaggio di chardonnay, fiano e verdeca (superbo!).

Ai secondi “Il mare dentro al fritto” (30 euro) è godurioso, ma il piatto che più ci è piaciuto è stato il fiocchetto di manzo podolico con salsa al Primitivo “Raccontami”, ciliegie e spuma di patate arrosto (30 euro). Io l’ho abbinato all’ottimo Negroamaro, “Fedale” 2017. Buono anche il tentacolo di polpo arrosto, salsa all’nduja, patate novelle alla brace e riduzione di cipolle borettana (25 euro).

Ed ora i dolci: noci, fave di Tonka e ristretto al Primitivo “Bruno” (10 euro), la millefoglie di gianduja (12 euro) con ganache alla vaniglia Tahiti e arachidi salate (wow!), accanto a gelati e sorbetti e al viaggio esotico. Molti dei piatti assaggiati facevano anche parte dei menu degustazione: “Vespa incontra la Puglia” a 75 euro e “Vista mare” a 90 euro. Anche qui i prezzi sono allineati a quelli dei vini: un ottimo equilibrio che nell’insieme offre soddisfazione a chi vive questa esperienza. I giovani che compongono la squadra, in sala e in cucina, sono bravi, premurosi, attenti, e capisci che stanno vivendo una bella sfida che è già un regalo per tutta la zona.

E a proposito di sfide ecco una curiosità. Arrivando alla Masseria, abbiamo scoperto la nuova cantina-relais di Gianfranco Fino, circondata da vigneti e muretti a secco, proprio di fronte alla Masseria Li Veli. Gli ospiti che verranno qui per assaggiare i vini di un produttore iconico del Primitivo e del Negroamaro, potranno soggiornare in cinque camere e anche godere della cucina di Maria Cicorella e il marito Francesco Magistà alla macchina dei gelati, già ai fornelli del Pasha di Conversano. Con questa chicca, in pochi metri incontri due eccellenze (la cantina a volte di Gianfranco e Simona è semplicemente clamorosa ed emozionale), per un luogo che è destinato ad essere un polmone di grande attrattiva internazionale: per il vino, per il gusto, per la bellezza.

MASSERIA LI RENI

Manduria-Avetrana km 3  - Manduria (Ta)
ristorante tel. 3456996682
back office - prenotazioni 3383197403
www.masserialireni.com - info@masserialireni.com

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