Una sorpresa nella ristorazione torinese all'interno di uno dei più prestigiosi hotel della città

Sarete nel ristorante di uno dei più prestigiosi hotel di Torino (il Turin Palace in via Sacchi, 8 - tel. 0115625511), recentemente ristrutturato nella sua interezza con un tratto intenzionalmente espressivo della “torinesità”. Questo stesso stile lo respirerete anche a Les Petites Madeleines, nelle due sale in cui verrete fatti accomodare, una più prestigiosa ed elegante, l’altra dal più sobrio stile minimalista.

Il servizio coniugherà professionalità e cortese affabilità. La cucina, di grande qualità ma con la possibilità di crescere ancora, saprà riservarvi piacevoli sorprese. E soprattutto nel trattare le verdure e le erbe, che raggiungono il loro top nel piatto forse più rappresentativo di questa cucina (“orto di…”, con la relativa stagione), il giovane chef Stefano Sforza dimostrerà di aver appreso appieno la lezione di Ducasse, da cui in passato ha lavorato.

La carta dei vini, valida per proposte e costi, per un locale di questo livello, richiederebbe forse una maggior ampiezza. Decisamente apprezzabile la possibilità, per antipasti e primi, di poter scegliere le mezze porzioni. Tre i menu: degustazione piemontese (40 €), stagionale (50 €), vegetariano (35 €). L’inizio è affidato a un’avvolgente tartare di fassone accompagnata da creme di nocciola e di fava bianca, seguito da un radioso “orto d’inverno”, che ci ha davvero saputo stupire, e da un buon vitello tonnato capace a un tempo, nel suo interagire con sedano, riccio e acciuga, di riecheggiare e sfidare la tradizione. Molto promettente, anche se ancora da perfezionare nel suo equilibrio globale, sarà il tagliolino, topinambur, ragù di maialino, polvere di mela ghiacciata, superato tuttavia dall’ “anulot al plin”, valorizzato soprattutto da un coraggioso sugo ai tre arrosti. Peccato per il maialino in cinque parti che, nonostante appaia molto interessante per il diversificarsi di consistenza e di gusto dei vari pezzi, al palato risulterà davvero complessivamente troppo “asciutto”. Si chiude con un seducente tiramisù al pistacchio.

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