Un filmato emozionale di Rushnet

È stata una mattina emozionante quella di lunedì 27 giugno quando una trentina di persone sono salite sul Piroscafo Miseria (nome sarcastico che da sempre viene dato a questa imbarcazione), per fare il giro del lago di Viverone.

navigazione.jpgLo stesso giro che facemmo quasi 20 anni fa, per celebrare l’Angelo dello Shaker (nome di un libro edito da Papillon), al secolo Angelo Zola, originario di Viverone dove aveva costruito un locale innovativo per quei tempi (la Rotonda, costruzione che non decollò mai, ma che si affaccia sul lago, ancora oggi, davanti a una spiaggetta).
paolo-wine-tour.jpgMa il motivo di questa gita era un altro. Ovvero l’invito di Roberto Bagnod, imprenditore valdostano, ma legato al Canavese, proprietario di quello che un tempo era un monastero benedettino e oggi è uno dei più bei relais d’Italia, dove si produce vino.
boagnod.jpgUn invito speciale, visto che il battello si è poi fermato in mezzo al lago, dove c’è una piattaforma da cui dieci mesi fa sono stati calate due anfore Tava piene di erbaluce di Caluso, che poi diventerà l’Erbaluce San Martino 2021, imbottigliato nella nuova bottiglia disegnata da Adriano Vendramin, per evocare la piroga benedettina.
gruppo.jpgAlle 12 sono state fatte riemergere le due anfore, che stavano a 12 metri di profondità, per l’assaggio diretto da parte dei presenti, in gran parte giornalisti.
emersione.jpgIl primo bicchiere è andato a Donato Lanati, l’enologo che cura la produzione di Cellagrande, compresi i brut di erbaluce (fantastici).
massobrio-lanati.jpgE con sorpresa questo erbaluce pieno di colore, aveva caratteristiche diverse nelle due anfore. Nella prima era rotondo e tannico, nella seconda più vellutato, coi tannini smorzati. In entrambi un’acidità foriera di freschezza e lungo invecchiamento.
bicchiere.jpgOra non sappiamo se ne faranno un blend o se seguiranno il consiglio del sottoscritto di commercializzare le due bottiglie insieme con anfora 1 e anfora 2, che sarebbe una grande curiosità per gli enofili e un elemento di sperimentazione.
paolo-degusta.jpgTuttavia, questo erbaluce in anfora cullato dalle onde del lago è davvero una grande bella cosa e già nella nostra degustazione di febbraio avevamo rilevato l’eccezionalità del millesimo 2020.
brindisi.jpgRoberto Bagnod, poi, ha rilevato una curiosità che credo conosca anche Francesco Tava:
“Per 1.000 litri di vino avremmo consumato 6.000 kg di corrente, invece l’uso dell’anfora ci ha fatto risparmiare energia. Donato Lanati ha invece detto che noi abbiamo un’intelligenza diversa dalla vite solo per il 26 per cento. E l’ecologia in cui si vive è importante per il vino, quindi vite e bosco, ma soprattutto il lago qui vanno in simbiosi. A un convegno dell’Oiv sulle anfore, si è appresa la valenza dell’interazione fra lieviti esausti con le bucce dentro l’anfora.” Ha insistito sul fatto che bisogna sempre più parlare, nel vino, di territorio e non di varietà, con la certezza che “i vini buoni nascono sempre in luoghi molto belli”.
cellagrande-bottiglie.jpgCon me, sicuro di documentare qualcosa di molto bello, ho voluto portare gli amici di Rushnet, che hanno filmato col drone la suggestione di Cellagrande e i momenti salienti della mattinata, finita poi nel ristorante del Relais, con un piatto speciale di ravioli ripieni di pesce di lago.piatto.jpg
 

>>Ecco il filmato di Andrea Musmeci LINK


P.s. Roberto Bagnod è un genio che ha nel cuore il senso della Colleganza. Per questo ora gli svelo il mio sogno: un amaro del Monastero per evocare che Viverone è stata la patria di Angelo Zola. L’amaro poi c’è già: lo fanno – guarda a caso – i monaci benedettini della Cascinazza alle porte di Milano e la ricetta è stata curata nientemeno che dallo stesso Donato Lanati. Chissà che non possano fare l’amaro per Bagnod, magari con un quid all’erbaluce, nel segno della distinzione. Se il sogno si avvera, statene certi che il debutto sarà a Golosaria Milano dal 5 al 7 novembre, nel segno della Colleganza e della Distinzione. Wow!

 

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