Un itinerario lungo 180 chilometri, un viaggio esperienziale che combina emozioni, panorami suggestivi e letteratura

Se Vittorio Alfieri, grande poeta tragico nato ad Asti e gran viaggiatore che attraversò mezza Europa a cavallo, potesse tornare oggi nelle sue terre, resterebbe certamente incantato da questo percorso capace di abbracciare il cuore e l’anima. Con l’offerta di 30 escursioni naturalistiche e ben 300 spunti letterari, ogni viaggio sulla Strada Romantica diventa una scoperta continua che introduce ai tesori di tre aree distinte: il Roero, la Bassa Langa e l’Alta Langa, zone meno frequentate, ma non meno ricche di meraviglie rispetto a quella del Barolo, che viene volutamente lasciata fuori rotta.

L’invito è quello di prendersi del tempo per godere dei panorami e condividere le emozioni con chi vi accompagna. "Andar per Langhe" non è cosa da viaggiatori frettolosi. Per questo, nei borghi che incontrerete lungo la strada, sono predisposti punti di sosta, di osservazione e di conversazione, inseriti armoniosamente nell’ambiente con un allestimento che valorizza le tipicità del luogo.

albero-foglietti.jpgl'albero parlanteOgni belvedere prevede cinque aree distinte: un cippo in acciaio dalle forme sinuose, che richiama il profilo delle colline e segnala la tappa; le quinte informative, disponibili in tre lingue (italiano, inglese e tedesco), che offrono dettagli preziosi sull’arte, la natura e le offerte ricettive della zona, oltre a curiosità e storie raccontate dalla voce dell’attore albese Paolo Tibaldi, attivabili con QR code; l’“albero parlante”, un’opera poetica con foglie metalliche che racconta il territorio attraverso poesie e brani letterari selezionati in collaborazione con la HoldenArt di Torino; e, per finire, una confortevole “panca romantica”, progettata per la seduta di coppia.
panchina.jpgLe 11 tappe della Strada Romantica
Ispirata alla celebre Romantische Straße tedesca, il cammino turistico più popolare e più antico di tutta la Germania, la Strada Romantica si sviluppa in 11 tappe, ognuna dedicata a un tema specifico. Partendo da nord e dirigendoci verso sud, questa è la scansione ideale del tour:
1. Vezza d’Alba, dove si celebrano i sapori tradizionali di zona, come il tartufo bianco e la nocciola.
2. Magliano Alfieri, con l’imponente castello che domina la valle del Tanaro, confine naturale tra Langhe e Roero.
magliano alfieri.jpg3. Neive e i reticoli dei suoi filari, che colorano il paesaggio e parlano della ricchezza dei vini.
4. Treiso e le “Rocche dei Sette Fratelli”, voragini create dall’erosione ma anche luogo di pagine drammatiche della Resistenza, raccontate da Beppe Fenoglio.
5. Trezzo Tinella, un balcone su Alpi e colline, custode di una delle viste più spettacolari sull’intero territorio.
6. Benevello, natura e silenzio, boschi lussureggianti con cui l’uomo, qui in Alta Langa, ha da sempre un legame forte.
7. Sinio, dove rivivono antiche leggende come le “storie di masche”, terribili fattucchiere che popolavano i racconti degli anziani e gli incubi dei bambini, messe in scena il 14 agosto.
8. Cissone e la memoria viva del passato contadino, legato alle stagioni e ai tempi della terra: aratura, semina, mietitura e trebbiatura.
9. Murazzano e le tradizioni di Langa, come quella del bacialé, che si occupava di trovare le mogli ai contadini, o come il balon (il pallone elastico) con cui si gioca in piazza.
10. Mombarcaro, la vetta delle Langhe, evoca il mito del mare che si può scorgere dalle cime di alcune colline: un luccichio lontano che ha alimentato i sogni di chi voleva emigrare.
11. Camerana, con il tesoro delle sue 43 specie di orchidee spontanee, che rappresentano quasi la metà del patrimonio italiano.

Fuoripista: il Castello Roero di Monticello
Per completare l’esperienza, vi suggerisco un “fuoripista” dalle Langhe al Roero: la visita al Castello Roero di Monticello, fiore all’occhiello sulla sponda sinistra del fiume Tanaro.

castello.jpgLo stemma con le “Tre Ruote” dei Conti Roero ha origine da un fatto d’arme risalente nientemeno che alla prima crociata. Si narra che uno dei capostipiti del casato, forse un condottiero fiammingo, sfidò e vinse in singolar tenzone il capo dei mujahid musulmani. Storia e leggenda qui si intrecciano. Di certo resta che questo castello, costruito tra il IX e il X secolo, è uno scrigno di infinite suggestioni e che dal XIV secolo fino ai giorni nostri è la dimora dei Conti Roero. Il Conte Aimone, attuale proprietario, è il ventiquattresimo Conte della Casata.

conti.jpgAll’interno sono visitabili saloni e camere incantevoli, rimasti inalterati nel tempo. Da non perdere la Sala delle Armi, la Cappella dedicata a Santa Barbara e il raffinato Teatrino della Frutta, insieme ad ambienti più “intimi” come la Nursery e la splendida Galleria di Diana Cacciatrice.
sala camino.jpgPer rendere l’esperienza davvero “immersiva”, provate l’app dedicata con intelligenza artificiale, che vi accompagnerà con le immagini e la voce del Conte.

La magia del castello continua nel meraviglioso Parco Romantico all’Inglese che lo circonda, da poco tornato allo splendore del suo disegno originario, firmato da Xavier Kurten, architetto e paesaggista dei Savoia, già noto anche per le trasformazioni del Parco Reale di Racconigi.
giardino.jpgQui si cammina tra cedri del Libano, carpini, tassi, pini, tigli, palme e ulivi. Ovunque angoli da fiaba e incontri piacevoli, come quello con la Contessina a passeggio con il suo amato cavallino.
Vale la pena allungare il passo fino alla meravigliosa Cappella Cimiteriale di San Ponzio e visitare la Chiesa di San Ponzio e dell’Immacolata.
Ci sarebbe ancora tanto altro, ma il sole cala e, laggiù, il Monviso ci chiama. Perciò, “Anduma!”.
monviso.jpgMi giro ancora una volta a rimirare il castello, ringraziando di cuore i Conti Roero.

Un’ultima curiosità storica: la famiglia Roero è l’unica al mondo ad aver dato il proprio nome a un territorio e non viceversa. Scusate se è poco.

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