Grande successo per questo locale con un team di giovani pieni di entusiasmo ad affiancare Paola, capitano di squadra di rara bellezza

Stamane a colazione mi sono tagliato una fetta di Offella d’Oro, il dolce antenato del Pandoro che la famiglia Perbellini prepara a Bovolone (Verona), da quando il fondatore Ernesto Perbellini mise in piedi questa offelleria. Ma domenica sera l’Offella ha chiuso una serata speciale, nel ristorante di Isola Rizza (via Muselle, 130 – tel. 0457135352), che porta il nome di Perbellini e che ha festeggiato un anno di vita nuova.

C’erano tanti amici, tanti giornalisti, c’era calore, affetto... e gusto, intorno a quel capitano di rara bellezza, Paola, che ha accettato la sfida di guidare una squadra di giovani pieni di entusiasmo. C’è il giovane chef Francesco Baldissarutti, umile e bravissimo, c’è Fabrizio Franzoi, sommelier fra i più preparati e discreti che abbia conosciuto e poi un personale con il sorriso, preciso, anche in una serata informale come quella di domenica sera, con tanti assaggi mutuati dal menu di questo locale che ha segnato un + 100% di clientela ed ha abbassato i prezzi del 60% (avete letto bene!).

Paola io l’ho conosciuta quando venivo con Giovanni Bravi e si facevano grandi mangiate di pesce crudo. Un anno fa, dopo pochi mesi dalla decisione di proseguire nel ristorante che porta il nome della famiglia, provai stupore per l’alto livello della cucina, al netto di chef Giancarlo che ha scelto altre strade, a Verona. E ne ho scritto su questo portale, ricevendo un numero di rilanci mai visto, segno dell’affetto e della condivisione che c’è intorno a questo locale bellissimo. L’altra sera era confortante vedere la gente che mangiava in cucina, come a casa, che assaggiava tra gli antipasti: tartare di manzo con zucchina grigliata, bernese al cartamo e pepe verde; crema di fagioli dell’occhio, mazzancolle grigliate e rafano cren; maccherone di pasta soffiata ripieno di crema di Provolone padano su vellutata di broccolo alla menta. Tra i primi: risotto mantecato con i peperoni cotti allo spiedo, vaniglia Bourbon e lime; ravioli farciti di latte e limone candito con trota affumicata ed emulsione di capperi; calamitata leggermente piccante con salsa verde e ragù di ventresca di ricciola. Tra i secondi: guanciale di maiale “Mora Romagnola” con purè di carote, senape e menta; pancia di manzo allo spiedo con polenta alle cime di rapa e crema di acciughe; pollo, cavolfiore, mandorle al sale e profumo di yuzu. Infine vogliamo ricordare qualche dolce proposta: Cioccolato & Ibisco; macaron di castagna farcito di crema al marron glacé e zenzero; cremoso al mango e salsa alla liquirizia; frolla di cacao con mousse di cioccolato al latte e lampone e panna cotta al frutto della passione.

Paola Secchi ha voluto festeggiare un anno, ma anche alcuni traguardi: la corona radiosa del Gatti Massobrio, la stella Michelin, che non era certo scontata. Ma anche qui c’è da dire che il giudizio su questo locale segna una profonda differenza fra le due guide. Se per la Michelin è sembrato quasi automatico dare due stelle al locale di Verona (che ha pure lui la corona, dopo la prova del nostro Marco Gatti), per noi questa è una corona radiosa fra quelle di cui più andiamo orgogliosi. Ed è un’indicazione chiara: siete in uno dei pochi ristoranti campioni di rapporto qualità/prezzo (pensate che a mezzogiorno il menu è a 22 euro). E se per altre guide il gioco del vertice è un certo tipo di ristorante, per noi lo è quello che offre la massima soddisfazione, che fa ritornare la gente con famigliari e amici (sono tornate le tavolate, mi ha detto Paola). E qui ci ritorni, non solo perché mangi molto bene, ma anche per quell’aria di entusiasmo che avvolge un ambiente elegante e familiare, che sta lanciando una sfida a tutta Italia: si può fare una cucina grande a prezzi adeguati ai tempi. Non tutti, a dire il vero, si possono permettere questa inversione e non tutte le scelte di sdoppiamento (il bistrot e il locale gourmet) sono vincenti. Questa sosta, invece ha vinto e ancora vincerà. Vi invito ad andare e mi direte. Intanto brava capitan Paola! Il tuo coraggio è all’altezza della massima soddisfazione. Come un’Offella d’Oro.

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