Su La Stampa di oggi la storia delle cantine di Claudio Quarta e della figlia Alessandra nel racconto di Paolo Massobrio

Dalla biotecnologia alla vita in vigna il passo è più breve di quanto sembri. Ne sa qualcosa Claudio Quarta, il biologo genetista che, dopo alcuni anni trascorsi in America a contatto con le realtà vitivinicole d’Oltreoceano, dieci anni fa ha scelto la Puglia per dire la sua in campo vitivinicolo. Paolo Massobrio su La Stampa di oggi racconta la sua storia e spiega come Claudio abbia iniziato il suo percorso creando vini rossi espressione del territorio, come il Primitivo, il Negroamaro e il Fiano Pugliese, e proseguendolo poi con produzioni tipiche dell’area irpina come la Falanghina, il Greco e il Fiano, ma anche il Taurasi e l’Aglianico, fino a completare il suo “puzzle” con un ultimo tassello, un vino di cui aveva memoria: il Salice Salentino. Oggi, nella sua moderna cantina-museo di Guagnano (Lecce), si assaggiano vini incredibili, tra cui il bianco Suavemente e il rosso Moros. Ma tra le novità è memorabile anche il Rosso Salento QuAle, un vino da servire freddo nato da un'idea figlia Alessandra con l’intento di trattenere parte del ricavato per destinarlo a opere sociali.

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