Partendo dall'Alto Adige fino alla Calabria, toccando tante mete delle vacanze estive

Il ritmo dei nostri assaggi incalza, anche nel mese di giugno. In questa tornata abbiamo fatto davvero un bel giro per l’Italia che inizia dall’Alto Adige e arriva fino alla Calabria, passando per la Basilicata. Seguiteci perché in alcuni casi potrete intercettare qualche meta delle vostre vacanze.

LACHEN LEBEN LINGER di Cornaiano (Bz)

Lachen Leben Linger di Cornaiano (Bz) è un'etichetta nata per volontà del giovane Peter Linger che dopo una lunga esperienza Oltralpe ha ripreso le redini vitivinicole delle proprietà in Alto Adige dove c'è anche l'hotel di famiglia che porta il loro nome: Linger. Il Vernatsch 2022 è un rosso fresco, gradevole con un naso dai piacevoli sentori di mirtillo. Il Cuvèe Bianco 2021 punta molto sull'eleganza del naso, con profumi di fiori e lavanda, con un'acidità spiccata in bocca. Il Weissburgunder 2021 al naso privilegia i sentori dolci, di miele d'agrumi, mentre in bocca punta sulla leggerezza e sulla pronta beva. Ottimo acquisto.
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GIANNI DOGLIA di Castagnole delle Lanze (At)

Quella di Gianni Doglia è una cantina che abbiamo avuto modo di incrociare più volte in questi anni, attraverso bottiglie scovate nei ristoranti e qualche etichetta che ci ha sempre regalato delle emozioni, ma senza mai affrontare una degustazione più ampia e approfondita. Gianni Doglia è un enologo che con la sua famiglia ha deciso di condurre in proprio i sedici ettari di vigneti siti nei comuni di Castagnole delle Lanze, Coazzolo e Nizza Monferrato. Un produttore con idee ferme in testa, che sa fare il suo lavoro andando a prendere davvero il massimo da ogni vino. Il Grignolino d'Asti 2022 è un Grignolino autentico che si riconosce fin dal colore rubino scarico. Al naso ci sono i profumi di erba amara e una speziatura profonda, di vermut. In bocca è pieno e di buona eleganza. La Barbera d'Asti “Bosco Donne” 2022 ha naso fresco di amarena, mora, leggermente balsamico; in bocca è anch’essa piena, di bella acidità. La Barbera d'Asti superiore “Genio” 2020 è il suo asso nella manica e lo dimostra con un naso che alterna frutta sotto spirito e mandorla con note di cacao che si percepiscono anche nel retrogusto. In bocca c'è l'acidità pregnante che ci aspetteremmo da un vino di questo tipo. Più evoluto il Nizza “Viti Vecchie” 2020 che nonostante sia decisamente ben fatto, non tira fuori l'anima della Barbera classica: naso complesso con erbe aromatiche e incenso, in bocca è pieno, leggermente tannico. Insomma un vino potente, internazionale. Noi però continuiamo a preferire l'altra Barbera, ma soprattutto il Moscato che qui è di casa e lo dimostra con due etichette egualmente pregevoli: il Moscato d'Asti 2022 è fresco, sia al naso sia in bocca, con una bollicina carezzevole e i profumi delicati di glicine. Altrettanto buono, con una complessità in più, il Moscato d'Asti Canelli “Casa di Bianca” 2022, che prende origine da uno dei cru di questo vino (la sottozona Canelli) e al naso affianca il caratteristico glicine con il fiore d'arancio, mentre in bocca mantiene la cremosità che amiamo con in più una pienezza inaspettata. Grandioso!
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VICARA di Rosignano Monferrato (Al)

Azienda del Monferrato che conosciamo bene e che abbiamo assaggiato più volte. Oggi la proprietà è della famiglia Visconti che sta all’inizio dell’acronimo dei soci fondatori (Visconti, Cassinis e Ravizza). In totale conta su oltre 50 ettari di vigneto e su una produzione solida che punta soprattutto su Barbera e Grignolino. E anche in questo nostro assaggio abbiamo privilegiato proprio questi vini. Il Grignolino del Monferrato Casalese G 2022 rappresenta un'interpretazione sui generis di questo vino, che privilegia le note animali, selvatiche con una bocca che diventa quasi indomabile con il tannino tipico del vitigno che punge. Era tuttavia perfetto lo storico Grignolino 2020 in magnum, che abbiamo assaggiato qualche giorno dopo. Il Grignolino del Monferrato “Uccelletta” Monferace 2017 vede un equilibrio maggiore e una evoluzione al naso con profumi di liquirizia ed erbe aromatiche. La Barbera del Monferrato “Volpuva” 2022 è la Barbera in acciaio come ci aspetteremmo: di colore rubino brillante, ha naso molto fruttato mentre in bocca ha un'acidità in crescendo.
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CANTINE ARPI di Foggia

Il Puglia Fiano “Shamanà” 2021 ci riconferma la bella impressione dell'assaggio compiuto lo scorso anno: colore paglierino di buona consistenza, ha naso intenso e fragrante ma delicato al tempo stesso, con note di caramellina. In bocca è un mix ben riuscito di acidità, sapidità e pienezza del sorso a consegnarci un equilibrio esemplare. Il Nero di Troia “Argos” 2021 ha naso di frutta secca, frutta sotto spirito e sentori animali. In bocca, rispetto al precedente assaggio, ha ricomposto i tannini e oggi ci appare vellutato, con solo un'acidità che ancora deve trovare una collocazione precisa. Vino che ha bisogno di tempo, ma che migliora costantemente. Primo assaggio per il Primitivo “Passo di Corvo”, che invece ci conquista fin da subito: naso intenso, balsamico, con profumi che ricordano il nocino. In bocca è tannico ma ben amalgamato, lungo con un'acidità che si allunga sul finale. Un Primitivo che tiene testa al suo nome.
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AZIENDA AGRICOLA FIORANO di Cossignano (Ap)

Questa azienda agricola di Cossignano (Ap) segue i dettami della viticoltura biologica ed è anche un produttore di olio recensito sulle pagine del Golosario. Vogliamo però parlare dei suoi vini a cominciare da Scighera vino bianco frizzante prodotto con metodo ancestrale. Di colore giallo opaco per via dei lieviti, ha naso decisamente agrumato, con profumi di pompelmo, in bocca è decisamente fresco, con un'acidità che emerge in maniera preponderante. L'Offida Pecorino “Donna Orgilla” 2022 ha colore oro, al naso mostra una certa complessità con zafferano e fiori. Al contrario il Marche bianco Giulia Erminia 2021 va a cercare la frutta gialla e in bocca si distanzia con un finale amaro. Il bicchiere più convincente però sarà il Rosso Piceno superiore “Terre di Giobbe” 2019 che ha un naso selvatico, di piuma e in bocca è pieno, ricco, con un tannino diffuso.
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CANTINA GIORNI di Pignola (Pz)

La cantina della famiglia Patrone che è anche uno dei wine resort più affascinanti in Italia non smette di stupirci. Anzi, ci ha proprio stupito dopo la proclamazione dello scorso anno fra i Top Hundred con il Cabernet Sauvignon “Sciffrà”. Abbiamo organizzato una vera e propria panoramica dei loro vini e il risultato è stato entusiasmante. Il Brut Millesimato Arioso 2016 da uve 80% chardonnay e 20 % pinot bianco, coltivate nella tenuta friulana, ha colore oro brillante, naso decisamente speziato fine, mediterraneo con note salmastre; in bocca è pieno, esplosivo, ma senza rinunciare all'eleganza. Il Brut Rosè “Arioso” 2016 si presenta con un bel vestito rosa brillante, naso delicato, puntinato di caramellina. All'assaggio però la delicatezza lascia spazio alla forza: la spinta data dall'acidità si affianca alla bolla ricca, piena. Passando ai bianchi, ecco lo Chardonnay Petrucco 2021 che al naso si presenta abbastanza caratteristico con note di banana e agrumi e in bocca è lineare, equilibrato, con un finale amaricante e una mineralità che corre lungo tutto il sorso. Anche il Sauvignon Tora 2021 è decisamente iconico grazie al naso che oscilla tra il bosso e le note più balsamiche, in bocca ha una coda aromatica che va a completare un finale amarognolo. Anche sui rossi non possiamo che dire: chapeau! Il Cabernet Sauvignon “Plinia del Calace” 2020 ha naso decisamente balsamico con profumi di menta, ortica; in bocca è vellutato, di buon equilibrio. Il Cabernet Sauvignon “Orneto” 2019 cambia completamente prospettiva: al naso arriva il peperone, la viola, l'incenso; in bocca ha pienezza, corpo, setosità senza rinunciare a una piccantezza sul finale che firma l'assaggio. Notevole! Il Cabernet Sauvignon “Sciffrà” 2019 appare come sintesi dei due con un naso scalare, una punta di smalto e il cacao che si fa sentire anche in bocca dove domina l'equilibrio con una leggera pepatura nel retrogusto. Davvero bravi i fratelli Patrone e anche il papà Paolo.
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Tra gli altri assaggi segnaliamo

il Verdicchio di Matelica “Godenzia” Riserva 2020 della cantina Enzo Mecella di Fabriano (An), già nostro Top Hundred lo scorso anno con l'annata 2019, si conferma anche in questo assaggio grande con un bicchiere dal bel colore oro, che a tratti evoca l'olio EVO. Al naso è ampio: ci sono il miele, la pesca, l'arachide mentre in bocca è pieno, carezzevole, minerale.
godenzia-mecella.jpgIl Terre di Cosenza Rosso Muntu 2020 della cantina Terraccia di Serracavallo di Bisignano (Cs) ha naso evoluto, di frutta rossa sotto spirito e goudron ma in bocca non sembra cedere, mantiene forza, pienezza con un'acidità pregante. E anche questa è una delle migliori tappe del nostro Golosario Wine Tour in terra calabrese.
serracavallo.jpgAndiamo, anzi torniamo sui Colli Euganei per scoprire un tris di campioni da cantine storiche di questo territorio. Partiamo con il Colli Euganei Carmenere 2021 di Monte Fasolo di Cinto Euganeo (Pd). Un Carmenere in purezza, che si ama o si odia. Naso di peperone verde, acidità spiccata in bocca che si confonde con una certa piccantezza. Un corpo abbastanza esile, ma vino dal carattere graffiante, da provare.
monte-fasolo.jpgIl Colli Euganei Merlot “Casa del Merlo” 2020 de Il Filò delle Vigne di Baone (Pd) ci conferma ancora una volta che ci troviamo in una grandissima cantina. Di colore impenetrabile, ha naso fruttato, elegante che sviluppa la frutta rossa per poi aprire alla noce e al talco. In bocca ha una trama tannica setosa che viene improvvisamente squarciata da una piccantezza finale inaspettata data dalla combinazione tra tannini e acidità.
filo-delle-vigne.jpgIl Colli Euganei Rosso “Serrò” 2019 de Il Mottolo di Arqua Petrarca (Pd) da uve merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc ha naso che vira sul floreale - speziato con il garofano e il peperone del cabernet che bussa alla porta. In bocca è pieno, potente, caldo. Un grande vino che vuol mostrare di esserlo.
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