Nella quiete di Vercelli si scopre una festa per il palato
Non solo conferma il nostro giudizio dell’ultima prova effettuata, ma acquisisce ulteriori punti questo locale a conduzione familiare nel centro storico di una assonnata Vercelli di metà luglio. Varcato l’uscio, una prima sala intima e raccolta con quindicina di sedute, poi una seconda, dopo aver salito una ripida scala a chiocciola, al piano superiore, dove c’è anche la cucina.
Padrona di casa, una volitiva donna lombarda, Roberta Bartesaghi, che riesce a trasmettere agli avventori la passione e la dedizione (e la competenza) con le quali conduce il suo “gioiellino”. Al suo fianco, la figlia Elisabetta, che si divide freneticamente tra sala e cucina; mentre in quest’ultima, troviamo al timone il fresco sposo di Roberta, Pietro Sansaro, pugliese di Trani, autore di piatti di sostanza e creatività, che convincono appieno. Insomma, un trio davvero assai ispirato che non concede nulla al caso.
Ma veniamo al menu, che, in occasione della nostra visita, aveva due interessanti “divagazioni”: una "made in Puglia", frutto del recente viaggio dei coniugi Sansaro nella terra di lui. Il piatto che lo celebrava era infatti la “Degustazione Pugliese” (€ 24 per 2 persone) con una selezione di prelibatezze casearie e di salumi (dalla burratina di Andria al caciocavallo di grotta della Masseria Lamapecora di Fasano), servito con cime di rape ripassate in padella e focaccia pugliese o taralli.
E l’altra aveva come protagonista il tartufo nero pregiato umbro: da questo menu, abbiamo gustato prelibate uova bio strapazzate con leggera fonduta al parmigiano e grattata di tartufo nero pregiato (€ 20).
Altra apprezzatissima concessione alle origini di Pietro, i grissini e il pane che arrivano caldi in tavola, realizzati con le farine dei F.lli Di Gesù di Altamura. Squisiti.
Consigliamo subito il tris di antipasti (€ 16) che prevede ottima battuta di fassone tagliata al coltello, eccellente vitello tonnato e una corretta insalata russa. In alternativa, ci sono anche il tortino morbido alle verdure del contadino saltate in padella con leggera fonduta di pomodoro del Piennolo Dop (€ 12); e lo stecco croccante di baccalà mantecato, colatura di provola affumicata, e polvere al finocchietto selvatico (€ 14).
Tra i primi, una certezza è il Carnaroli dell’Az. Agr. Bertolone (Riso Nori) alle verdure grigliate, basilico e gocce di burrata di Trani (€ 15).
Ci hanno poi letteralmente stupito i plin ripieni di fassone e spinaci, il suo ristretto e fonduta al parmigiano (€ 17). Goduria assoluta.
A completare la proposta di primi piatti, le fettuccine con uova bio ai peperoni in bagna caoda e tarallo tostato (€ 17).
Si prosegue su standard alti con la tenera e gustosa guancia di patanegra al nebbiolo di Boasso e polenta di Storo (€ 18), e le scaloppine alla milanese di filetto iberico in leggera carpionata al vin santo (€ 18).
Si potrà scegliere anche il roast-beef di fassona, il suo fondo cottura, maionese all’arancia e patate al rosmarino (€ 18); oppure il baccalà in tre maniere (€ 26).
La giovane Elisabetta è invece l’autrice di dolci di ottima fattura, dove la scelta obbligata è per la golosissima torta del Cin Cin al cioccolato con il gelato alla nocciola Piemonte Dop (€ 8).
In alternativa, trovate anche l'affogato al caffè nero Doge con gelato alla crema (€ 7), ravioli di mela e cannella con salsa gianduia (€ 8), meringata con il nostro gelato alla crema e vaniglia del Madagascar, fragola liquida (€ 7), ed infine zuppetta ai frutti rossi di rovo, mango a cubi, gelato alla crema (€ 7).
Carta dei vini attenta e selezionata, curata da Roberta. E ci sono anche due menu degustazione a 40 e a 55 euro.
Un locale con una marcia in più che ravviva con la sua cucina e con il suo servizio, la quiete (FORSE TROPPA) di questa città piemontese.
Il Ristorantino del Cin Cin
Vercelli
corso Libertà, 97
tel. 0161252474
Riposo: domenica a cena e lunedì