Assaggio di sei Trentodoc di notevole spessore

Pranzo davvero rilassante, con Enrico Zanoni, direttore e manager del gruppo Cavit nella cui orbita è entrata questa azienda, e con l’enologo Andrea Buccella che, dopo un’esperienza in Franciacorta, è arrivato qui per dedicarsi interamente a questa cantina.
Ora, il segreto di Cesarini Sforza è un mix di tecnica in cantina e attenzione alla viticoltura. Partiamo da quest'ultimo punto ossia da quelle vigne che spiccano tra i 300 e i 600 metri d'altitudine. I vigneti sono disposti nella parte sinistra della valle Cembra, che gode di un microclima unico con un sole intenso e una fortissima escursione termica capace di fissare il profilo aromatico di questi vini. Poi c’è il terreno: le vigne poggiano sul porfido, roccia di origine magmatica che incide sul prodotto finito con una punta di sapidità che rappresenta quasi la firma sulle diverse etichette.
tutti-vini.jpgCesarini Sforza è uno dei riferimenti della spumantistica trentina nonché della denominazione Trentodoc fin dal 1974, quando uscirono le prime bottiglie di spumante firmate da Lamberto Cesarini Sforza. Da allora è un riferimento per la spumantizzazione di chardonnay e, in percentuale minore, pinot nero. L'ultima tappa importante di questo percorso è recente: il 2019 quando la cantina entra nell'orbita del Gruppo Cavit insieme a Casa Girelli, mantenendo però ben salda la linea e la filosofia che finora ha caratterizzato la casa spumantistica con l'emblema dell'Aquila Reale.
Producono attualmente 1 milione e 200mila bottiglie, ma presto arriveranno a 300mila in più.

Ora dei sei assaggi che abbiamo potuto fare a pranzo a Milano alla trattoria Trippa, dico subito che la filosofia dell’enologo è di non esagerare coi dosaggi, quasi con la preoccupazione di preservare il racconto del territorio. Sei vini, dove a colpire tutti è stato subito il Premier brut, chardonnay al 100% che si trova in Gdo ed ha un prezzo che davvero merita l’acquisto. Un vino che vede solo acciaio e che si presenta con una bella brillantezza e cremosità; al naso ha note vibranti e di frutta piacevolmente intense. In bocca è equilibrato, fresco, rotondo, amaricante il giusto, sapido.
lepremier-brut.jpgBuono anche il Premier brut rosé, che ha un colore rosa tenue e un cuore pieno e fresco. Sempre vibrante. 
Si passa poi alla linea 1673 (il nome rende omaggio all'anno di nascita ufficiale del casato Cesarini Sforza) con il Noir Nature 2015 (uve pinot nero). Un brut che vede solo acciaio e alla vista ha un colore giallo che tende all’oro. Qui avverti le note speziate sulla frutta matura con un naso quasi dolce. In bocca è diretto, elegante, secco e poi quel finale ammaliante di crosta di pane e sapido che è il marchio iconico della Val di Cembra.
noir-nature.jpgLa versione rosé della stessa linea 1673 (uve pinot nero) ha un colore rosa tendente all’arancio; quindi un bel naso disteso, speziato e fragrante. In bocca è equilibrato, dentro quella freschezza che lo rende elegante.
rose.jpgLa Riserva 2013 (uve chardonnay) ha un colore paglierino brillante cremoso. Molto diritta la spada acida, in un corpo di grande fascino che chiude con la sua naturale sapidità. Cerca ancora un suo equilibrio, benché l’acidità e il finale ammandorlato siano tipici di questa zona benedetta da Dio.
riserva2013.jpgE infine, ecco il mito, ovvero la riserva Aquila Reale 2011 (uve chardonnay). E qui ti colpisce perché risulta cremosissimo, con note al naso che raccontano forza e fragranza. In bocca ha un’eleganza estrema, con un corpo pieno di acidità che si traduce in amaricante finale. Viene vinificato in parte in legno ai 500 metri del maso Settefonti e rappresenta il vertice di questa azienda, non solo per la qualità, ma anche per la coerenza con la filosofia generale.aquila reale.jpg

Cesarini Sforza Spumanti Spa

via Stella 9a
Trento
Tel. 0461 382200

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