In un ambiente di fenicotteri rosa, garzette e aironi cenerini, il locale di Lucia Zanella è meta privilegiata per conoscere i piatti della tradizione locale, che seguono il ritmo delle stagioni
Ci sono momenti in cui si sogna l’isola (gastronomica) che non c’è! Un luogo insieme gradevole e poco impegnativo, lontano dalla folla ma facilmente accessibile con l’auto. Oppure con la barca, come in questo caso, dato che ci troviamo nel pieno della Laguna Nord di Venezia. Il sogno si compie con Osteria dal Pupi.
Ci si arriva in macchina percorrendo il litorale verso Cavallino-Treporti arrivando da Jesolo: località Saccagnana, via del Prà 1 (tel. 041 5301989). Se si ha la fortuna di poterci arrivare via acqua, è facile sia da Venezia sia partendo da Portegrandi.
Ci si ritrova in un paradiso prima fluviale e poi lagunare. In un comprensorio naturalistico selvaggio e ricco di flora e fauna migratoria, si può godere dell’emozione di osservare nel loro ambiente stormi di fenicotteri rosa, garzette, aironi cenerini, oche e anatre selvatiche. Qui si pescano gamberetti di laguna, moeche, anguille, seppie, boseghe (una varietà di cefali) e si raccoglie un’enorme varietà di erbe alimurgiche. Così, per qualche istante, la dimensione spazio-temporale si annulla, lasciando spazio alla leggerezza dell’esistere.
L’Osteria nasce nel 1920 e da una ventina d’anni è condotta con passione da Lucia Zanella, la figlia di “Pupi”: veneziana doc, si è trasferita con la famiglia tra barene e la laguna. Una donna curiosa e puntigliosa, che sa guardare avanti senza scordare la tradizione. Il suo segreto è la rete di persone del luogo: amici che le portano le verdure migliori o il pescato del momento. Ancora, la sera appoggiati al bancone attirano gli avventori forestieri con le “ciacole” veneziane, i quali una volta accomodati ritroveranno opere di artisti locali alle pareti dell’ osteria, che a volte sembra diventare un piccolo atelier. Per chi fosse di fretta, c’è la possibilità di godere di qualche birra di nicchia o un’"ombra", accompagnate da qualche “cicheto” seduti al bar.
All’insegna di una ricercata veracità e di un amore incondizionato per il territorio, il menu propone piatti locali che seguono rigorosamente i ritmi delle stagioni. Prodotti a perfetta maturazione e mai primizie a peso d’oro: questa è la scelta di una cucina che, con ricette semplici e tradizionali, riesce a far sprigionare l’essenza della materia senza stravolgerla.
Lasciatevi tentare dall’antipasto misto di pesce e (quando è il momento, perché solo allora saranno perfettamente succulente) dalle moeche fritte, dal risotto con scampetti, gamberoni e branzino o da un’inconsueta lasagna di pesce e zucchine. Tra i secondi la frittura mista con polenta bianca è un croccante must, come i golosi involtini di branzino con melanzane e pancetta. Sempre e soltanto nella stagione giusta - ma si tratta di brevissimi periodi imperdibili - non mancano gli spaghetti con “masenete” o la polentina con gamberetti di laguna.
Per il fine cena, dopo che avrete terminato una buona bottiglia scelta da una carta dei vini ben meditata, approfittate del fatto che Lucia ami dedicarsi alla ricerca sui distillati, gin e rhum in particolare. Con antipasto, primo secondo e dolce non si spendono più di 50 euro.