Nelle quiete distese fuori Milano, una Gourmet Farm & Kitchen dove la tradizione contadina dialoga con la contemporaneità
A pochi chilometri da Milano, dove la campagna si apre in distese quiete e l’aria profuma di erba fresca, Cascina Resta racconta la sua identità prima di tutto attraverso i piatti. Perché qui la cucina non è un servizio: è un linguaggio. È il modo in cui la terra dialoga con chi arriva, il modo in cui la stagionalità si fa sapore.
Francesco Crivelli e Silvia Capelli l’hanno concepita come una Gourmet Farm & Kitchen, ma basta sedersi a tavola per capire che si tratta soprattutto di un laboratorio del gusto, dove la tradizione contadina diventa contemporanea senza perdere verità.
Lo chef Stefano Francescon costruisce piatti che sembrano raccontare una storia in tre atti: terra, tecnica, emozione. E l’agronoma Marta Rainoldi gli consegna ogni giorno ingredienti che non hanno bisogno di presentazioni: arrivano dai campi che circondano la cascina, con tutta la loro intensità.
Già dagli antipasti si percepisce l’impronta della casa. La tartare di manzo è un gioco calibratissimo di sapori: la senape antica accende la carne, il kombucha al ribes porta una vibrazione acida e fruttata, la maionese al melograno aggiunge una rotondità inaspettata. È un piatto che avanza per contrasti armonici, come una melodia.
L’Uovo della Cascina 63°, invece, è una dichiarazione d’amore alla natura circostante: la salsa bernese, profumata di dragoncello, avvolge il tuorlo morbido; le castagne al tartufo fanno emergere un lato boschivo e intimo; lo spinacino spadellato aggiunge una freschezza vegetale che bilancia tutto. È comfort food elevato.
I primi piatti sono forse il punto in cui la filosofia di Cascina Resta trova la sua massima espressione. Il risotto alla milanese è una passeggiata tra complessità e immediatezza: il fondo bruno dona profondità, il mirtillo fermentato sorprende con un’acidità raffinata che pulisce il palato, il crumble di mandorla regala una croccantezza che invita a tornare al cucchiaio. È un piatto che resta, letteralmente.
La pasta e fagioli a modo mio è un omaggio colto alla tradizione: pasta mista che accoglie i sapori, pancetta croccante, crema di fagioli vellutata, bagna cauda che scalda, jus di manzo che lega ogni ingrediente con una nota sapida e avvolgente. È una rilettura che non snatura, ma esalta. Il filetto di maiale alla Wellington è il climax del percorso: un piatto che profuma di festa. Tagliandolo, la sfoglia libera vapori di funghi, senape e pancetta affumicata. Il maiale rimane rosa e succoso, mentre il purè di patate — setoso, pulito — fa da contrappunto. Le carote al rosmarino bruciato e la salsa jus al tartufo e pepe verde aggiungono complessità e un’eleganza autunnale. È la dimostrazione che un piatto iconico può ancora sorprendere.
Il dolce chiude la scena con leggerezza golosa: la monoporzione unisce sablé friabile, cremoso al cioccolato, frutti rossi dalla freschezza brillante e granella di nocciole che porta tostatura e ricchezza. È un finale che non appesantisce, ma invita a restare ancora un po’.
E quando l’estate porta nei campi il blu intenso dei Mirtilli di San Vito, Cascina Resta porta la sua cucina tra i filari. I frutti appena colti diventano protagonisti di aperitivi, degustazioni, piatti improvvisati sul momento.
La raccolta in campo, con il profumo della terra calda e il rumore leggero delle foglie, si fonde con la cucina agricola creando un’esperienza che ha il sapore della semplicità più autentica. Alla fine, ciò che resta davvero è il gusto: non solo quello dei piatti, ma quello di un luogo che sceglie la terra prima di tutto, e da lì costruisce un racconto gastronomico che vale il viaggio.
Cascina Resta
Cascina Resta 1
Vittuone (MI)
tel. 3275267669
