Un team di giovani già pronti a mietere successi

Mancava un ristorante a Rosignano Monferrato: il sindaco Cesare Chiesa me lo confidò durante gli incontri preparatori per Golosaria Monferrato, ma che in poco tempo ne arrivassero ben due è stata una sorpresa. E questo è un bell’esempio di quando un’amministrazione prende sul serio un progetto, perché un paese senza luoghi di incontro è come se fosse monco e non può vivere di soli eventi.

Casa Cassano vi assicuro che è qualcosa di speciale, quasi il risveglio da un bel sogno. Intanto questa costruzione in centro, imponente, che risale al XVI secolo e si espone su vari piani (a terra c’è l’infernot e un museo in nuce). C’è anche un comodo parcheggio nella piazzetta antistante di sotto, mentre l’ingresso ti immette in una situazione calda, intima, che vuole rievocare l’essenzialità del tempo passato, che tuttavia aveva una sua eleganza.
parcheggio.jpgMagnifico il terrazzo, ampio, dove si mangia quando la stagione è bella; accoglienti le due sale con i tavoli di legno cui si aggiungono due salette più raccolte, offerte in esclusiva.
terrazza2.jpgtavolo camino.jpgMa la sorpresa non finisce qui, perché il team che ha vinto il bando (per 12 anni) è una squadra di giovani, anzi giovanissimi, che ha già girato il mondo. Nascono come artisti e ora si sono offerti a portare il loro entusiasmo in questa avventura.
Il primo chef è Giacomo Beretta di 25 anni che ha fatto esperienze al Relais, al Tigerman con chef Puglisi (Copenaghen) e Da Lucio a Rimini; il suo braccio destro, Danilo Pasquato, lo avevamo già incontrato nelle cucine di Eugenio Boer a Milano. Poi il servizio puntuale di Anita Almasio e Lucia Cairo che indossano una divisa che mette simpatia: un pigiama, come a dire casa.
pianoforte.jpgNella sala dove veniamo fatti accomodare non passa inosservato un vecchio pianoforte, ma anche le posate antiche con i rebbi irregolari. La carta dei vini dimostra competenza, benché abbia un numero essenziale di referenze, perlopiù curiose e tendenti alla biodinamica. Da questo punto di vista il territorio non è ancora premiato come meriterebbe, ma che dire dopo aver assaggiato a bicchiere un Tempranillo straordinario della regione di Castilia e Leon? Bravi, anche nel servirmi a bicchiere due rossi sconosciuti: il Langhe Nebbiolo dell’azienda agricola Lalù di Serralunga d’Alba, che andremo a conoscere e il Rosso biodinamico della Cascina Val Liberata di Maurizio Caffer di Murisengo (si chiama “Anarkoide”), eccellenti entrambi.

Detto questo, il menu sarà anch’esso una sorpresa, con il pane fatto in casa (buonissimo) che viene portato solo a metà pasto perché altrimenti (io stesso lo avrei fatto) il cestino verrebbe polverizzato. Ci sono tre scelte di antipasto, due primi e ben quattro secondi con tre contorni; due i dolci.
Si parte: piada sfogliata al miso, ajo blanco alle mandorle, indivia brasata (14 euro), un piatto a dir poco eccellente, ghiotto, originale.
piada-verdure.jpgA me è tuttavia piaciuto, soprattutto per la sua texture, la tartara di kohlrabi (è il cavolo rapa) alla brace, olio al cavolo, tuorlo affumicato e robiola di “Rocca Verano” (è scritto così sul menu, ma essendo che era il primo giorno di apertura e avendo appreso che questi ragazzi ancora sono digiuni di Piemonte e anche di Monferrato, possiamo perdonare un errore da matita blu: Roccaverano, si scrive). Il piatto è tuttavia straordinario e per quanto mi riguarda da corona (12 euro).
antipasto.jpgIn mezzo c’era anche il carpaccio di manzo o di cavallo con Castelmagno.
Ai primi applusi sinceri per le pappardelle al burro, limone e salsa XO di salumi (16 euro). Anche qui una succulenza perfetta, che ti lascia il ricordo della serata, perché se torno io lo riprendo a occhi chiusi (sperando che ci sia ancora, perché nelle intenzioni, il menu cambia spesso).
pappardelle.jpgL’altro primo era la corona di pasta all’aglio orsino con funghi e pak choi con consommé di funghi.

Ai secondi, fregatevi le mani con la coscia d’oca farcita con zucca e uvetta, arrostita e servita già tagliata a rondelle col suo fondo (27 euro).
coscia oca.jpgAltro piatto decisamente ottimo, che abbiamo accompagnato alle patate ratte arrostite con burro di nocciola ed erba cipollina e all’assortimento di cavoli tiepidi, che insieme alla zucca di Hokkaido arrosto con purea di piccante, foglie di cavolo ripassate, erano i contorni.
patate.jpgfoglie verdi.jpgAltri piatti di sostanza: il collo di maiale alla brace laccato al melograno, le animelle fritte laccate all’uva, ma anche il porcino ripassato alla brace con fagioli stufati e uova di lompo affumicate.

Per i dolci, la tarte Tatin di pere e cipolla con quenelle di chèvre (10 euro)
torta mele.jpge il pain perdu alla nocciola, con uva arrostita e cremoso alla santoreggia, che tuttavia non ci hanno particolarmente entusiasmato… e forse sono anche da rivedere.
torta.jpgPer il resto questa è senza dubbio un’esperienza da provare, con il servizio dei piatti che offrono la condivisione, senza chiederlo. Con noi, quella sera, c’erano altri tre tavoli, tutti di giovani, entusiasti come noi boomer, di provare gusti inediti, ricercati, frutto di intelligenti contaminazioni. Per capirci: qui la sosta è stata radiosa, ma già questi concorrono per portarsi a casa molto di più. Bravi, bravi!!! (visitato il 2 ottobre 2025)

Casa Cassano

via Guglielmo Marconi, 2
Rosignano Monferrato (Al)
Tel. 352 046 3997

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