Su La Stampa di oggi Paolo Massobrio racconta della sua passione per la tintilia, un’uva autoctona molisana le cui origini appaiono ancora incerte perché sospese tra la Spagna e il Portogallo. E questo è anche lo spunto per raccontare una nuova storia, quella dei tre fratelli Catabbo (Sara, Carla e Pasquale) che dieci anni fa ereditarono dal padre la passione per il vino dando vita a una cantina che di queste uve ha fatto il suo cavallo di battaglia. Oggi, su 52 ettari vitati che si estendono tra le colline intorno a Campobasso, la famiglia Catabbo produce 5 vini a base di tintilia che sono una vera scoperta: quindi il Tintilia del Molise Riserva 2009, affinato 24 mesi in barrinque, il Tintilia del Molise S, ovvero Special, nella versione champagnotta, il Brut Rosè metodo classico “NovIss” e il Tinduce, la versione passita ottenuta con uve selezionatissime.

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