Un ristorante raccolto, dove si sta bene e dove c'è un plus: una passione fuori misura per i prodotti nostrani
E dove sarà Vanzago? Me lo sono chiesto quando sul navigatore ho digitato il nome di un paese dove non ero mai stato. E la sorpresa è stata che Vanzago è vicino alla fiera di Rho Pero, è uno di quei tranquilli paesi dell'hinterland che in questi giorni è un rifugio lontano dalla folla: il Campo delle Stelle (via Cesare Battisti, 4 - tel. 0293540238) .
Il ristorante, con comodi parcheggi, si nota dalla strada, ma l'entrata è di fianco, da un portone che immette dentro a un cortile. E qui ci sono delle sale eleganti, un servizio simpatico e soprattutto un patron, Giovanni Re, che ha la generosità nel DNA. Lo si evince dalle porzioni, e quella catalana di astice è un piatto di quelli da toglierti la soddisfazione. Ma attenzione: anche il panettone è speciale, e quello da due chili che abbiamo assaggiato era perfetto. Lo lavora nel suo laboratorio, praticamente senza mai staccare, fra ristorante e produzione. Fra qualche mese ci saranno le camere, e tutto sarà perfetto.
Ma la cosa che abbiamo percepito è che Giovanni Re, è proprio per intercettare i desideri dei suoi clienti: dai vini al pane e focacce, a quella verdura sottaceto fatta da lui che è persino bella da vedere.
Per cominciare ecco la "Buona cucina di mare" con crudo di mare, polpo croccante con crema di patate, capesante e alici gratinate e i gamberi saltati al cognac. Ma non rinunciate al suo paté delle feste terrina o al prosciutto crudo di nera romagnola che è un'unità. Tra i primi spaghetti Benedetto Cavalieri alla bottarga di tonno rosso, Fusilloro Verrigni con alici dissalate pomodoro e basilico, tortelli di baccalà (la pasta era un poco spessa) o risotto allo zafferano con ossobuco e salsa gremolada, tortelli di zucca, mezzo pacchero cacio e pepe, gnocchi di patate coi gamberi. Tra i secondi, chi preferisce il mare, ecco il tonno in crosta di sesamo con melanzana in agrodolce, i calamari alla griglia con scatola croccante, il fritto misto oppure i classici (branzino, orata). Chi vuol restare a terra, costoletta alla milanese con patate o cotechino artigianale con purè (questo cotechino preso in una macelleria di Parabiago è il migliore dell'anno). E ancora: gulash di manzo ungherese con la favolosa polenta di Storo, guanciale di vitello cotto a bassa temperatura, salsa speziata. Il dolce? Millefoglie, panettone o veneziana con salsa alla vaniglia, torta di pane.
Si esce con il sorriso. E vi sarete sentiti a casa. La spesa? Onesta (primi a 13 euro, secondo a 18, dolci a 6).