Brioso e versatile, compagno ideale di salumi e piatti della cucina tradizionale lombarda, per il rosso dell’Oltrepò Pavese è l’ora della riscossa
Tra i protagonisti della Golosaria dei record, quella che ha visto arrivare nello scorso novembre, al MiCo di Fieramilanocity, migliaia di visitatori, un posto d’onore lo ha avuto l’Oltrepò Pavese. Non solo perché tra gli espositori, tra le migliori cantine de IlGolosario, e tra i Top Hundred, ossia tra i 100 migliori vini d’Italia dell’anno da noi premiati, c’erano produttori oltrepadani. Ma soprattutto perché, in un grande evento come Golosaria, si è voluto dare il giusto risalto al fatto che, grazie al lavoro svolto dal Consorzio, guidato dal presidente Michele Rossetti e dal direttore Emanuele Bottiroli, nel territorio oltrepadano è in atto una vera e propria rinascita, che fa della zona, un territorio del vino che sembra finalmente voler esprimere tutto il suo enorme potenziale.
Lontani ormai gli anni in cui i produttori si accontentavano di essere la “riserva di sfuso” dei milanesi, che arrivavano in auto dal capoluogo lombardo, e se ne tornavano a casa con le damigiane, procedendo poi a imbottigliarsi il vino in casa. Sembra volgere al termine anche il periodo, iniziato qualche decennio fa, in cui, anche chi ha preferito la qualità alla quantità andava “da solo”. Oggi sono sempre di più le cantine che hanno come stella polare l’eccellenza. Cresce la volontà di mettersi insieme. Soprattutto, va consolidandosi l’idea che Oltrepò Pavese sia vino, sì, ma anche territorio, ospitalità, accoglienza, ristorazione di qualità, sapiente marketing territoriale svolto con i mezzi moderni. Insomma, che a potere vivere una nuova stagione, sia un’intera zona.
E come auspicio che il 2017 sia conferma di questa svolta, oggi, nel bicchiere, un vino di una cantina storica, I Doria di Montalto, realtà che di tradizione ultracentenaria, che opera secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Nel bicchiere la Bonarda vivace Le Briglie rosso rubino intenso, ha spuma rosea, naso intenso con note di frutta rossa, prugna e sentori di mandorla, mentre in bocca è di buon corpo, piacevolmente fresco e armonico, di buona persistenza. Una goduria con salame di Varzi e agnolotti.