Dalle colline di Gavi si può quasi sentire il mare. Siamo nel Piemonte di confine in quella zona dove le ville patrizie prendono il posto delle cascine sulle colline, dove fanno capolino la focaccia e i corsetti. È una terra che trova la sua rappresentazione in due vini Docg con due storie differenti, totalmente, e che però marcano un territorio. Stiamo parlando del Gavi e dell’Ovada. Il primo è un vino da uve cortese ormai proiettato nel panorama internazionale, il secondo un grande rosso da uve dolcetto che per anni ha sofferto dell’isolamento e della marginalizzazione rispetto ai grandi vini piemontesi. Oggi sta faticosamente rialzando la testa, come vi abbiamo raccontato più volte nei nostri post.

Siamo partiti da questi due vini per raccontare l’azienda di Piercarlo Bergaglio (Barcanello 15 -  tel. 014346292) di Capriata d’Orba (Al). La sua storia è quella di tanti: una cascina di famiglia a Capriata d’Orba, azienda agricola fin dagli anni Settanta del Novecento. Poi, oltre un secolo dopo (siamo intorno al 1990), l’intuizione di avere una terra su cui poter puntare, la costruzione di una cantina e la nascita di una selezione di vini che vedono in testa Gavi e Barbera. Attualmente l’azienda è arrivata a 25 ettari di terreno, con una serie di vini in cui si distingue una selezione speciale, fatta di scelta di alcuni cru e di una vinificazione più lunga e complessa. Il Monferrato Rosso Sassaia 2009 nasce da un assemblaggio di uve cabernet, nebbiolo e barbera, vendemmiate tardi e vinificate in tini per poi passare in botti grandi dove restano due anni, dopo di che restano ancora un anno in bottiglia. E’ un vino dai profumi intensi, con dentro il peperone, il pepe verde e le erbe aromatiche oltre a una elegante speziatura. In bocca è un vino caldo, rotondo con un piacevole finale di liquirizia e cioccolato. Una vinificazione analoga riguarda anche l’Ovada Bricco dei Frati che nasce da una vigna di 60 anni: nell’annata 2008 si presenta ancora fresco, con i suoi profumi di sottobosco netti, giustamente tannico e armonico. La Barbera del Monferrato Pian del Noce 2009 compie a sua volta lo stesso percorso, nasce da una selezione di uve, matura in botte grande a cui segue il successivo affinamento in bottiglia, per un vino che si mostra asciutto, corposo e perfettamente adatto all’invecchiamento. Anche il Gavi Riva del Parroco nasce da una vecchia vigna che faceva parte dei terreni della curia (il nome deriva proprio dall’usanza di chiamare l’appezzamento vigna del parroco perché era a lui che si pagava l’affitto). il suo percorso di vinificazione comprende criomacerazione, quindi fermentazione di due/tre mesi sul feccino con battonage. Abbiamo assaggiato l’annata 2013: è un vino fragrante, asciutto, con profumi delicati e un corpo che gli permetterà una sicura longevità.  "Una gran bella azienda - commenta Paolo Massobrio - che parallelamente ha assaggiato i vini. Ma soprattutto l’esaltazione di un territorio, quello di Capriata, che sa dare vini davvero eccellenti, per i quali da sempre nutriamo una certa ammirazione".

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