L'intervista di Cecilia Fraccaroli a Christian Kerschbaumer, il viticoltore che nelle terre luminose di Velturno dà vita all'unico pinot nero di tutta la Valle

Christian Kerschbaumer è il giovane viticoltore e cantiniere dell’azienda vinicola Garlider a Velturno, nelle terre luminose della Valle Isarco, in Alto Adige. Egli stesso riferisce che, inizialmente appassionato di auto e motori, soltanto più tardi e per puro caso si è innamorato del vino ed ha intrapreso la sfida di produrre il proprio, con eccellenti risultati, presso il maso di famiglia Garlider: oltre alla soddisfazione personale, anche premi e riconoscimenti non hanno tardato ad arrivare… Oggi Christian gestisce l’azienda vinicola Garlider con i genitori, la moglie Veronika ed i quattro figli Anna, Elisa, Philipp e Manuela, producendo alcuni vini bianchi eccellenti, oltre all’unico pinot nero di tutta la Valle.

 

Christian, come nasce questo amore per la terra e per il vino?

É un amore di famiglia, mio padre coltivava l’uva come anche mio nonno. Io sono andato in moto fino all’età di ventitre anni e dopo ho avuto la possibilità di lavorare per due anni in un’ officina dove avevo a che fare con moto americane, ne ero felice ed era per me una passione...

Quando hai deciso di dedicarti stabilmente alla azienda vitivinicola di famiglia, e di intraprendere la strada del vino?

Ho iniziato nel 2002 a fare il mio primo vino, un Grüner Veltliner e ne è venuto fuori davvero un bel prodotto. Dal 2003 avevo iniziato a lavorare con il metodo biologico in vigna, ma la cantina sociale lavorava solo uve convenzionali, e allora ho deciso di fare autonomamente.

La vostra è una produzione di dimensioni abbastanza piccole, circa quattro ettari, come sei riuscito a far conoscere le vostre etichette in Italia? Siete presenti anche all’estero?

La prima annata Garlider è stata il 2003, ed abbiamo ottenuto subito grandi riconoscimenti… ad esempio, al Gambero Rosso sono piaciuti i vini e abbiamo preso i tre bicchieri per il Veltliner con l´annata 2005. Anche fuori dall’Italia abbiamo avuto successo: già con la prima annata con cui siamo usciti abbiamo trovato un importatore a New York, con cui lavoriamo ancora oggi.

Nell’ultimo ventennio il mondo vitivinicolo ed enologico in Valle Isarco ha vissuto grandi cambiamenti: i giovani vignaioli, come te, hanno portato nuovi e positivi stimoli, nuovo slancio e nuove idee orientate verso la produzione di qualità, contribuendo a rafforzare l’immagine dei vini bianchi Altoatesini e rilanciando la produzione dei vini rossi. Rispetto alle scelte in vigna ed in cantina, qual è la tua posizione? Quali sono le ragioni per cui hai deciso di scegliere l’agricoltura biologica?

Per me esiste solo la viticoltura sostenibile, per questo ho scelto di percorrere questa via. I grandi produttori di sostanze chimiche cercano ancora oggi di creare prodotti soddisfacenti, ma senza successo, e sono costretti a ricominciare quasi ogni anno… alcuni prodotti sono nocivi per la salute, mentre altri sono anche inutili contro le malattie delle piante. L’unica possibilità di ottenere un buon vino è quella di rinforzare la pianta con i diversi “prodotti” che ci offre natura: questa è la strada da seguire sia per il bene della terra e della nostra agricoltura, sia per il bene delle persone!

“Agricoltura biologica”: che cosa pensi delle certificazioni “BIO”, a livello sia nazionale sia europeo? Queste certificazioni garantiscono sempre realmente la qualità di un prodotto e delle scelte produttive che vi sono all’origine, oppure si tratta in parte di una moda, che deve essere tenuta distinta dalle produzioni realmente naturali ed artigianali?

La certificazione di per sé garantisce solo che non vengano usati determinati prodotti chimici. Se il “bio” diventa di moda può anche essere un bene, forse inizieranno anche altri a lavorare la terra in questo modo più rispettoso. La terra non é nostra, possiamo lasciarla ai nostri figli ma è necessario che rimanga sana e viva.

• Quali sono le caratteristiche dei terreni dell’Alto Adige, ed in particolare della Valle Isarco, che conferiscono maggiore personalità ed identità ai vini? Quali sono le caratteristiche distintive di un vitigno internazionale allevato qui? Pensiamo ad esempio al Pinot grigio, allo Chardonnay, quali sono le peculiarità che presenta un vino altoatesino alla degustazione?

I terreni in Valle Isarco sono ripidi e sassosi, raccogliamo l’uva in quantità limitata e ciò si sente nei nostri vini, che sono più minerali e possiedono una loro definita personalità data proprio dal terreno. E’ necessario lavorare anche in cantina in modo sostenibile, ad esempio ricorrendo solo a fermentazioni spontanee e riducendo al minimo l’intervento umano, lasciando il tempo al vino per diventare sé stesso.

Una domanda che sono solita rivolgere a tutti i produttori con cui parlo… immagina di degustare un calice di vino, alla fine di una giornata di lavoro, guardando le Alpi e le vallate in cui è immersa la tua azienda: quale vino sceglieresti? E quale potrebbe essere il sottofondo musicale di questo momento?

Dipende dal tempo, dalla stagione.. un bel bicchiere di bianco, magari un Riesling tedesco o un Franciacorta; bevo anche molto spesso qualcosa del Piemonte o della Toscana, old style. Cosí anche la musica, un Rock od un Blues degli anni 70.. Si abbinano bene anche con le moto Harley e con le auto americane V8, che tanto mi piacciono. I brani? Creedence Clearwater Revival, Proud Mary e Ring of fire di Jonny Cash!

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